giovedì 31 ottobre 2019

100 - UN SALTO NEL FUTURO




Sembra impossibile ma...
C’è un film che se lo vedi oggi è un altro film da quello che uscì nelle sale nel 1991, e non potrà mai più essere lo stesso. “Fino alla fine del mondo” di Wim Wenders è classificato come film di fantascienza. Se lo vedi oggi e non lo hai visto un quarto di secolo fa, ti domandi: “Ma dov’è la fantascienza?”. Semplice. Non c’è più.

Tutto quello che sembrava impossibile nel 1991 e per i 3 o 4 anni successivi, oggi è reale e utilizzato da tutti. Il regista tedesco farcisce la pellicola con una serie di ritrovati tecnologici che al tempo sembravano visioni da un futuro lontano. Vado a braccio e ricordo il navigatore satellitare, la moto con tre ruote, il videotelefono, il computer interattivo col touchscreen, il localizzatore di persone, l’auto con pilota automatico e i messaggi vocali e altre invenzioni oggi di uso quotidiano.

Ora, Wenders non è Giulio Verne, ma, oltre che grande regista, è un figlio di buona donna (chissà se c’è il concetto, in tedesco): sicuramente prima di girare, si è fatto un tour fra le aziende ad alta tecnologia segnandosi i progetti in fase di realizzazione. E mentre noi al cinema pensavamo a come sarebbe migliore il pianeta con tutti quei gadget a facilitarci la vita, il mondo cambiava (in meglio?)
grazie a quelle invenzioni. Ricordando un vecchio cartoon di Hanna & Barbera, da Antenati in breve siamo diventati Pronipoti. E non ce ne siamo manco accorti. Lo vedi quanto è effimero il concetto di impossibile?


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