giovedì 31 ottobre 2019

102 - CHI HA PAURA DEL PUFFO CATTIVO?




Sembra impossibile ma...
Sui social fa furore una rilettura delle storie dei Puffi. Dove il terribile Gargamella non è il cattivo, ma rappresenta un prete domenicano impegnato a combattere gli spiriti maligni della foresta: gli ometti blu appunto, che incarnano i peccati capitali, mentre il Grande Puffo di rosso vestito è il diavolo. Tesi suggestiva? Forse, ma è una bufala. L'ultima di una lunga serie di interpretazioni del mondo dei Puffi.

Ringrazio Simonluca Cavallini per l'idea, e vi racconto le più strane fra le molte letture alternative dei personaggi ideati dal belga Peyo (Pierre Culliford) a fine anni cinquanta. Il francese Antoine Bueno nel suo "Le Petit livre bleu, essai sur les schtroumpfs" sostiene che "La società dei Puffi è un archetipo di utopia totalitaria impregnata di nazismo. Vivono nell'autarchia, in una società autosufficiente, sono guidati da un capo unico, e sono razzisti: l'unica Puffetta è bionda ariana e i Puffi neri sono una calamità da estirpare”. 

Un lungo saggio di Cristian Fineschi arriva a conclusioni opposte: le fattezze del Grande Puffo ricordano Carl Marx, in cui il popolo sovietico (i Puffi) credono ciecamente. Il Puffo Quattrocchi, l'unico che gli tiene testa nelle scelte per la vita del villaggio, è un leader nell'ombra, che rimanda a Trotsky, il Puffo Forzuto rappresenta la violenza legittima, braccio dell'esecutivo e spia del Kgb, e l'economia del villaggio è pianificata e centralizzata, senza attività private né classi sociali: insomma è un Kolchoz sovietico.

Antonio Soro invece nel libro "I Puffi, la vera conoscenza e la massoneria" parla di una loggia massonica di natura gnostica: il blu è dei figli del Dio misterioso, il berretto bianco è simbolo di purezza, il Grande Puffo è il “Maestro di Loggia”, vestito di rosso con riferimento al Fuoco dello Spirito; i Puffi poi sono 99 come i gradi di certe massonerie, e ovviamente non manca il Puffo Muratore, mentre Gargamella vestito da prete è il profano che cerca di entrare nel villaggio-loggia.

Di diverso avviso il mondo cattolico, che in alcuni articoli usciti su Avvenire vede le dinamiche dei Puffi come simbolo delle prime comunità cristiane con Gargamella e il gatto Birba nei ruoli di Nerone e dei leoni, sottolineando che Peyo e la scuola dei fumettisti belgi si sono formati nell’associazionismo e nelle scuole della Chiesa sui valori del cattolicesimo tradizionale.

Un'altra teoria che arriva da oltreoceano vede nei Puffi una comune di hippy anarchici col Grande Puffo vecchio figlio dei fiori, dove si vive senza leggi né tribunali o forze dell'ordine, a contatto con la natura dentro enormi funghi allucinogeni. Chi avrà ragione? Peyo direbbe “Inutile puffare ciò che non si può più puffare”.

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