Sembra
impossibile ma...
Questa
è una storia vera. "Mi
chiamo Pedro Gonzalez, ho da poco passato gli 80 anni e attendo la
fine dei miei giorni qui a Capodimonte, sulle sponde del lago di
Bolsena. La vita mi ha dato tanto e se ripenso alla mia storia, mi
sembra di aver vissuto una favola. Anche se all’inizio è stato
tutto molto difficile. Quasi impossibile.
Sono
nato a Tenerife nel 1537, un mio antenato era stato re del mio
popolo, i Guanci. Ma la natura non è stata benigna con me. Perché?
In due parole: sono peloso. I dottori che mi hanno studiato hanno
chiamato la mia malattia “ipertricosi”, i peli mi crescono su
tutto il corpo, anche sul volto, e non c’è da farci niente, più
li tagli più lunghi ricrescono. Per questo fra i vari soprannomi che
mi hanno dato c’è “l’uomo lupo delle Canarie”, Ma anche, e
questo mi piace un po’ di più, “Il selvaggio gentiluomo delle
Canarie”.
Avevo
10 anni quando fui portato in Francia, alla corte di Enrico II,
come
dono. Fui rinchiuso nei sotterranei del palazzo per essere studiato.
Potete immaginare come mi sentivo. Per fortuna il re, appena mi vide,
restò colpito, non so se dal mio aspetto o dal fatto che sotto la
peluria c’era un bimbo a detta di molti anche piuttosto
intelligente. Così
decise di educarmi alla vita di Corte. Per me fu come realizzare un
sogno, e mi dimostrai subito un buon allievo: in breve imparai tre
lingue compreso il latino e raggiunsi ottimi risultati in tutte le
discipline umanistiche. Avevo 22 anni quando il re morì, e la regina
consorte Caterina, fiorentina di nascita, mi tenne con sé a corte.
Anzi, mi permise come discendente di un re Guanci di usare
l’appellativo “Don” e mi cambiò nome in Petrus Gonsalvus.
Insomma, ero a tutti gli effetti un nobile.
Fu
ancora Caterina de’ Medici a decidere che mi sarei sposato. Avevo
36 anni e il mio aspetto fisico non mi aiutava certo con il gentil
sesso. A corte tutto sommato ero tollerato, ma più come una
curiosità che altro, uno strano essere di buon carattere da mostrare
ai bambini. Insomma, non ero mai stato accettato come uomo fra gli
altri uomini. Come è facile capire, l’idea del matrimonio mi
terrorizzava.
Ma
la regina aveva deciso. Tutto, anche la donna che avrei portato
all’altare. E non so se per gioco o per invidia, aveva scelto la
più bella fra le sue damigelle, figlia di un domestico: Catherine.
Credo che per la regina fosse poco più di un passatempo, un
esperimento: voleva
vedere se durante il mio primo atto sessuale la parte bestiale
avrebbe preso il sopravvento, se Catherine sarebbe sopravvissuta, se
avremmo generato dei figli e se questi sarebbero stati normali o
“selvaggi”.
Non
mi fu concesso di vedere la mia sposa fino al momento delle nozze, né
a lei di vedere me. Inutile dire che all’inizio per lei non fu
facile. E che ci crediate o no, neanche per me. Anche se nell’istante
stesso in cui la vidi, mi innamorai. Quello
che feci, fu di cercare di mostrarle da subito il mio vero animo, di
vincere le sue paure, la repulsione per il mio aspetto. Pensavo fosse
impossibile e invece lentamente, con dolcezza, avvenne il miracolo.
Contro ogni previsione tra me e Catherine scoppiò l’amore, quello
con la A maiuscola.
Abbiamo
passato tutta la vita insieme, sono stato il più felice dei mariti e
il più amorevole dei padri per i nostri 6 figli. Come sono? I primi
2 “normali”, gli altri 4 affetti da ipertricosi. Tutti
bellissimi. Dopo 44 anni dal mio arrivo abbiamo lasciato la Francia e
siamo approdati in Italia. Per diversi anni abbiamo vissuto alla
corte di Margherita di Parma, poi ci siamo trasferiti qui a
Capodimonte, sul lago di Bolsena, da dove scrivo queste note. Chissà
se in futuro qualcuno ricorderà la storia di Pedro, il selvaggio
gentiluomo delle Canarie”.
Don
Petrus Gonsalvus – Capodimonte, 1618
Il
matrimonio del nobile Petrus Gonsalvus con Catherine ha ispirato la
fiaba La Bella e la Bestia. La prima versione edita è quella di
Madame Gabrielle-Suzanne Barbot de Villeneuve, del 1740. La favola
poi ha avuto innumerevoli trasposizioni. A fine Settecento è
diventata un’opera lirica di grande successo composta da Grétry.
Nel secolo scorso ha avuto diverse versioni teatrali, mentre il
musical omonimo è stato in cartellone per anni a Broadway. Sono
innumerevoli le versioni televisive e cinematografiche. Di recente è arrivato sul grande schermo il remake in versione
live-action del film d’animazione della Disney.
Si
contano in miliardi le persone che conoscono la storia d’amore fra
la bella e la bestia. E Don Petrus sorride da lassù, con la sua
Catherine.
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