Sembra
impossibile ma...
Lo
scienziato tedesco Arnold Sommerfeld, una delle menti più brillanti
del ventesimo secolo, non ha mai ricevuto il premio Nobel, pur
essendo stato nominato un numero incredibile di volte.
Avete
presente il film di Woody Allen Broadway Danny Rose, nel quale un
piccolo impresario di spettacoli produce fior di artisti, che però
appena diventano famosi se ne vanno e lo lasciano con un pugno di
mosche in mano? Bene, a Sommerfeld le cose sono andate pressappoco
così. Nato nel 1868 a Königsberg nella Prussia orientale, consegue
un dottorato di ricerca in matematica e fisica a 23 anni. Non
immaginatelo però come il tipico topo di biblioteca: Sommerfeld è
fisicamente un marcantonio, col portamento di un colonnello degli
Ussari, e proprio durante il servizio militare si procura una vistosa
cicatrice sul viso in uno dei ripetuti duelli che affronta, che copre
in parte con baffi e barba.
Nel
1895 inizia a insegnare all'università di Göttingen;
brillantissimo, in breve diventa presidente del dipartimento di
matematica e ottiene anche la cattedra di Meccanica applicata ad
Aquisgrana dove realizza la sua teoria dell'idrodinamica. Qui è
docente di Peter Debye, che vincerà il Nobel per la chimica nel
1936. Nel 1906 dirige l'Istituto di fisica teoretica dell'Università
di Monaco, dove insegna a Werner Heisenberg , che vincerà il Nobel
per la fisica nel 1932. Subito dopo segue Wolfgang Pauli nella sua
tesi sulla teoria dei quanti: anche Pauli sarà Nobel per la fisica
nel 1945. Il successivo allievo prediletto è Hans Bethe, Nobel per
la fisica nel 1967. Il suo amico Einstein osserva: "Ciò che
ammiro di te è il fatto di avere, per così dire, fatto germogliare
un così gran numero di giovani talenti".
Eppure
la didattica non pregiudica il lavoro pionieristico nella teoria
quantistica, considerato prodigioso, né gli studi su idrodinamica ed
elettromagnetismo che gli valgono i premi più prestigiosi, e tante
nomination al Nobel, che però non arriva. Lui continua a sperare,
del resto anche Otto Stern, nominato moltissime volte, nel 1943 il
premio lo ha portato a casa. Durante il periodo nazista Sommerfeld
aiuta per quanto può i colleghi ebrei ad espatriare, poi continua ad
insegnare fino a tarda età. Muore nel 1951 investito da un camion:
praticamente sordo, non ha sentito il clacson. Se ne va senza il
“suo” Nobel, dopo esser stato nominato ben 84 volte.
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