Sembra
impossibile ma...
Al
British Museum di Londra è conservato un oggetto “impossibile”
di quelli che avrebbero fatto la gioia di un Peter Kolosimo (chi di
voi lo ricorda?): la Coppa di Licurgo. A parte il fatto che è
bellissima, è un oggetto che la scienza ci dice non sarebbe potuto
esistere nel passato. Un po’ come lo smartphone che sembra apparire
nelle mani di uno spettatore a bordo ring durante un incontro di
Tyson del 1995, quando i telefonini non esistevano. Ma questa è
un’altra storia.
In
questo caso quello che ammiriamo non è un filmato confuso (e
alterabile) ma un oggetto solido, concreto, che ci arriva dall’antica
Roma, che in quell’epoca nessuno avrebbe potuto costruire. Fino a
poche settimane fa il mistero era ancora più fitto, ma qualcosa gli
scienziati che studiano l’antica coppa l’hanno svelata. Il
manufatto è una rara coppa di diatreta, massima espressione della
tecnica di lavorazione
del vetro
romana. Un recipiente interno liscio viene decorato con un guscio
esterno istoriato. La Coppa
di Licurgo,
vecchia di duemila anni e acquisita negli anni cinquanta dal British
Museum, è la meglio conservata, praticamente intatta. La sua
caratteristica è che iI
vetro assume colori diversi se illuminato frontalmente o da dietro.
Il perché fino ad oggi era inspiegabile. Quarant'anni
di studi hanno svelato questo mistero: la coppa è stata sottoposta
ad una lavorazione che richiede una tecnica molto complessa. Nel
vetro sono state innestate micro-particelle
di oro e d'argento. Sono queste a creare il cambiamento di colore.
Ma
il mistero più grande resta: le particelle hanno la
dimensione di 50
nanometri.
Come facevano gli
antichi romani a padroneggiare una tecnica che non solo anche oggi è
assai complicata, ma richiede microscopi e nanomacchine.
Le indagini hanno anche appurato che non può essersi trattato di un
caso fortuito, i diversi manufatti erano stati infatti tutti lavorati
con la medesima tecnica. La domanda (per ora) rimane senza risposta:
come hanno fatto ad inserire i microcristalli
metallici nel vetro? La
certezza è che i Maestri vetrai duemila fa hanno realizzato
l’impossibile.
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