mercoledì 30 ottobre 2019

91 - LA VALLE DELLE BALENE




Sembra impossibile ma...
Nel bel mezzo del deserto egiziano cè una valle arida e riarsa dal sole, uno degli ultimi posti al mondo in cui ti aspetti di trovare gli scheletri di oltre 500 balene. E tante altre meraviglie.

Ringrazio l'amico Roberto Mantovani per l'idea, e vi porto nel Wādī al-Ḥītān (valle delle balene, appunto). Anche se siamo solo 150 km a sudovest del Cairo, il luogo è isolato e remoto, tanto che i fossili sono stati scoperti solo durante l'inverno del 1902. In realtà non si tratta di balene, ma dei loro antichissimi progenitori, gli archeoceti, vissuti nell'Eocene (fra 40 e 37 milioni di anni fa). Fino ad oggi qui sono stati documentati oltre 500 scheletri di tre diverse specie di questi cetacei; e il ritrovamento di arti posteriori provvisti è stata la prova cercata da sempre di come le balene siano divenute mammiferi marini evolvendo da progenitori terrestri. L'esemplare più grande ritrovato è un Basilosaurus Isis lungo ben 21 metri, un cetaceo carnivoro con denti seghettati; ma nel 2015 è stato rinvenuto l'unico scheletro completo di Basilosaurus, lungo 18 metri, con tanto di coda provvista di spine (mai vista prima); al suo interno conservava, in corrispondenza dello stomaco, i resti dell'ultimo pasto: granchi, un pesce sega e un piccolo cetaceo. La presenza di numerosi denti di squalo testimonia come lo stesso cetaceo sia stato divorato dopo la morte. Nella valle sono presenti i fossili di molti altri animali: dal Moeritherium, un antenato dell'elefante, a coccodrilli, squali, pesci sega, razze, pesci ossei, tartarughe e serpenti di mare. Tutti animali vissuti 40 milioni di anni fa in quello che era un oceano chiamato Tetide, e in questa valle che era una laguna con acqua bassa e una folta vegetazione di mangrovie.

Ma i fossili non sono l'unica meraviglia del Wādī al-Ḥītān, che non a caso è Patrimonio dell'umanità dell'Unesco. Ai piedi del Garet Gohannam, la montagna dell'inferno, che al tramonto si infiamma con un'incredibile luce rossa, fra dune e basse colline calcaree il vento disegna pilastri e formazioni rocciose dalle forme più suggestive, come le battikh (angurie), rotonde e solcate da intricati reticoli. Un luogo incredibilmente ancora selvaggio, per quanto a sole due ore di macchina dal Cairo: qui si arriva solo in taxi o in auto privata lungo la Fayoum Desert Road (ma per l'ultimo tratto, senza piste segnate, serve un veicolo 4X4). E i visitatori sono solo un migliaio all'anno.

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