Sembra
impossibile ma...
Qualche
volta realizzare l’impossibile è perfino facile. Dicono “c’è
la crisi, il turismo è in calo, attirare visitatori nel nostro Paese
è sempre più difficile. Ora, se è vero la metà di quello che si
racconta, l’Italia fra arti, storia e natura dovrebbe fare corsa a
sé: non esistono al mondo tante meraviglie così concentrate.
Agli
assessori di Comuni piccoli e grandi che piangono miseria tutto
l’anno e ci raccontano che è sempre più difficile mettere in
vetrina i nostri tesori, bisognerebbe pagare un biglietto aereo per
Kampung Pelangi, un (sempre meno) sconosciuto villaggio
dell’arcipelago indonesiano.
Con
ventiseimila dollari e il lavoro dagli abitanti delle sue 232 case in
poco tempo si è trasformato da una sorta di favela asiatica a una
ricercata e fotografatissima meta turistica. Come? Colorandola. Nel
nome del paese c’è tutta la sua storia: Kampung Pelangi significa
più o meno “Tutti i colori dell’arcobaleno”..
L’idea,
già sperimentata con successo in altri due villaggi indonesiani, ma
solo in determinate aree e quartieri, qui è stata realizzata per la
prima volta dipingendo ogni singola casa, ogni angolo, ogni finestra
e ogni tetto dell’intero villaggio con colori sgargianti. L’effetto
ottenuto è assolutamente psichedelico.
I
murales arcobaleno sono diventati in breve la scenografia preferita
di un esercito di instagramers alla ricerca dello scatto “over the
rainbow” da sparare subito sul web, e il passaparola dei social ha
dirottato su Kampung Pelangi i viaggiatori impegnati nel tour delle
mete tradizionali dell’Indonesia. Che pagano per visitare un paese
senza storia, né opere d’arte né bellezze naturali.
Un’idea
semplice semplice, tutto qui. Senza dibattiti, convegni, conferenze
di servizi, studi di fattibilità. E dalle nostre parti, non
servirebbero neanche i colori…

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