venerdì 15 novembre 2019

160 - IL LAGO DEGLI ANIMALI PIETRIFICATI




Sembra impossibile ma...
C'è un lago nella Rift Valley africana le cui acque contengono una sostanza letale per gran parte degli esseri viventi. E gli animali che muoiono sulle sponde restano pietrificati, come macabre statue.

Il “lago della morte” è il Natron, nella Tanzania settentrionale, a 600 metri di altitudine alle pendici del vulcano Gelai. Le dimensioni dello specchio d'acqua variano di parecchio a seconda delle stagioni, ma la profondità non supera mai i tre metri. Il lago contiene grandi quantità di carbonato idrato di sodio, conosciuto appunto come natron, una sostanza utilizzata in passato per l’imbalsamazione per le sue proprietà di assorbimento dell’acqua dai corpi. Il natron deriva il suo nome dalla parola egizia ntry (divino); il simbolo del sodio, Na, deriva dal nome latino natrium, che a suo volta deriva dal nome egizio. La miscela presente in questo lago rende le acque simili all’ammoniaca, con un pH alcalino compreso tra 9 e 10,5 e una temperatura che può raggiungere i 60°C, e sono densamente popolate da colonie di microrganismi (cianobatteri) che contengono il pigmento rosso vivo che dà il colore all’intero lago, con striature bianche dovute all'accumulo di sodio. Nelle stagioni calde e asciutte la salinità aumenta e con essa il pH, rendendo le acque ancora più tossiche. Il che non significa, come si legge spesso sul web, che il lago uccida e pietrifichi gli animali, come la mitologica Medusa.

Il professor Thure Cerling, dell’università dello Utah, conferma che i numerosi animali pietrificati che si trovano intorno al lago, sono morti prima dell’ingresso in acqua, e le sostanze chimiche presenti hanno solo in seguito imbalsamato le carcasse. Nessuno sa per certo come e perché muoiono, se a causa delle esalazioni o, come sembra più probabile, confusi dai riflessi della superficie del lago fino a precipitare. Fatto sta che il panorama che si presenta ai visitatori è davvero tetro: un lugubre museo di carcasse pietrificate. Con un'inattesa eccezione: i fenicotteri rosa, unica specie immune ai micidiali effetti, che vivono numerosi in questo ambiente ostile grazie allo strato corneo su zampe e becco che li protegge dal contatto con le acque del lago, che oltre ad essere imbevibili sono estremamente caustiche.

Nessun commento:

Posta un commento

775 - LA DIMENTICANZA

Quanti giorni può sopravvivere un uomo senza bere né mangiare?Non esiste una risposta certa. I medici parlano di tre giorni senz’acqua, fors...