domenica 24 novembre 2019

183 - LA RIVINCITA DEL PUTTINO




Sembra impossibile ma...
Questa è una storia vera. Leonardo Di Bona, detto il Puttino per la piccola statura, nasce a Cutro in Calabria nel 1542. Giovanissimo talento degli scacchi, studia legge a Roma e nel 1560, saputo dell'arrivo di Ruy Lopez de Segura, confessore di re Filippo II di Spagna, considerato il miglior giocatore al mondo, chiede e ottiene di sfidarlo. La partita dura due giorni, e alla fine l’esperienza dello spagnolo prevale. Leonardo si trasferisce a Napoli, ospite di uno zio
giocatore col quale si addestra per due anni giorno e notte. In casa di un gentiluomo del posto incontra Paolo Boi “il Siracusano”, uno degli scacchisti più forti dell'epoca, in realtà richiamato in città dalla fama del giovane calabrese. Ovviamente i due finiscono davanti alla scacchiera; chiudono in parità con reciproca soddisfazione. E Leonardo si sente pronto per la rivincita con Ruy Lopez.

Torna a Cutro, ma all'arrivo scopre che suo fratello è stato catturato dai pirati saraceni; si prende allora l'incarico di trattare il riscatto. Ricevuto sulla nave saracena, trova il modo di sfidare il capitano a scacchi. Seguono una serie di partite con 50 scudi l'una in palio. Finisce col Puttino che riscatta il fratello e si porta via anche 200 scudi, col capitano incredulo che lo invita a Costantinopoli per arricchirsi insieme col gioco. Ma lui ha un solo obiettivo in testa: Madrid, dove vive Ruy López. Il viaggio in carro insieme ad altri due scacchisti è lungo ed estenuante, Leonardo trova anche il modo di fermarsi per qualche tempo a Genova e fidanzarsi; poi riprende la strada con la promessa di tornare appena avuta la sua rivincita. A Barcellona ha bisogno di soldi, e allora gioca una burla a un ricco locandiere: finge di non aver mai visto prima una scacchiera, e gli vince 700 scudi.

Nell'estate del 1575 arriva finalmente a destinazione, e si fa notare giocando a scacchi grosse somme. In breve la sua fama si diffonde, ed è lo stesso re di Spagna Filippo II a volere la sfida fra monsignor Ruy Lopez e il calabrese di cui tutti parlano. Si gioca a corte, al meglio delle tre partite, in palio mille scudi. Leonardo perde in malo modo le prime due, il re fa per andarsene spazientito. Lui lo ferma: “Ho perso volutamente perché rifulgesse più chiaramente la mia bravura” dice. Tutti ridono. Il Puttino vince alla grande le successive tre partite. Meravigliato, il re gli consegna il premio e tanti altri doni. Lui rinuncia, e in cambio chiede e ottiene il conferimento del titolo di Città alla sua Cutro e l’esenzione dalle tasse per 20 anni per tutti i suoi concittadini. In seguito, sulla via di Genova, prima restituisce i 700 scudi frodati all'oste di Barcellona, poi apprende con gran dolore che la sua fidanzata è morta; si rifugia ancora negli scacchi, e fa rotta su Lisbona dove sconfigge il Moro, il campione del re Sebastiano, che lo nomina “cavaliere errante”. Al rientro in Calabria è un eroe. Al culmine del successo, ospite del principe di Bisignano, muore “avvelenato per invidia”.

Oggi Cutro lo ricorda con una statua, una piazza col pavimento a scacchiera dove il 12 agosto ogni anno i figuranti rievocano la partita di Madrid e un prestigioso torneo internazionale di scacchi.

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