Sembra impossibile ma…
Questa
è una storia vera. La storia della Contessa Markievicz. Constance
Gore-Booth, questo il suo vero nome, nasce a Londra nel 1868. Il
padre è l’esploratore artico Sir Henry Gore-Booth, baronetto e
ricco possidente irlandese noto per le sue attività filantropiche e
l’attenzione verso i poveri e i lavoratori. Una figura che
influenzerà le scelte di Constance. Altra fonte di ispirazione per
le idee artistiche e politiche, il poeta Yeats, amico d’infanzia.
Interessata
alla pittura, a 24 anni va a scuola d’arte a Londra, poi a Parigi
dove incontra Casimir Markievicz, conte polacco. I due si sposano nel
1900 e un anno dopo a Dublino, dove si sono stabiliti, nasce la
figlia Maeve. Nel 1913, il marito decide di tornare in Polonia, lei
non lo segue. I due si lasciano, ma manterranno buoni rapporti. La
contessa Markievicz intanto si fa conoscere, fonda un club di artisti
e scrittori, entra nel giro degli indipendentisti del Sinn Fein e
guida le “Figlie d’Irlanda”, organizzazione femminile di
impronta rivoluzionaria. Sono gli anni più caldi del sanguinoso
conflitto con la Gran Bretagna. Eccellente tiratrice con la pistola
fin da ragazzina, addestra le donne a sparare e a costruire
fortificazioni, e guida la protesta delle suffragette d’assalto per
il diritto di voto alle donne e contro l’oppressione britannica. Il
suo motto è "Vèstiti in gonna corta e stivali forti, lascia i
tuoi gioielli e compra un revolver."
Durante
una visita del re Giorgio V, la arrestano. Esce di prigione dopo un
mese; Dublino, praticamente sotto assedio, è alla fame, e Constance
vende tutti i suoi beni e col ricavato distribuisce provviste e
gestisce una mensa per i poveri. Protagonista della ribellione della
Pasqua del 1916, organizza la difesa armata e le sue infallibili
pistole diventano leggendarie. I ribelli resistono 6 giorni, poi
vengono catturati e condannati a morte. Quando la sua pena viene
commutata in ergastolo “per la misericordia dovuta a una donna”,
lei inveisce contro i giudici: “Abbiate la decenza di uccidermi”.
Uscirà dal carcere dopo 13 mesi per un’amnistia. Nel 1919 è di
nuovo in prima linea nella rivolta, va negli Stati Uniti e raccoglie
denaro e armi per la causa. Di nuovo incarcerata, organizza uno
sciopero della fame seguita da 92 donne. Le rilasciano un mese dopo.
In seguito sarà la prima donna eletta alla Camera dei Comuni, dove
non metterà piede per scelta, e la prima donna ministro del governo
irlandese.
Continuerà
la sua battaglia fino alla fine, che arriva nel 1927: la contessa è
ricoverata in un ospedale pubblico per le complicazioni di
un’appendicite. Al suo capezzale c'è il marito Casimir. Constance
muore a 59 anni, senza un soldo, "tra i poveri, dove volevo
essere". Le autorità le rifiutano il funerale di Stato. Per le
strade di Dublino a seguire il feretro ci saranno 250.000 persone.
ammirazione. dovrremmo istituire una canonizzazione di questi santi alternativi che le chiese disdegnano....
RispondiElimina