venerdì 29 novembre 2019

190 - LA CONTESSA RIBELLE



Sembra impossibile ma…
Questa è una storia vera. La storia della Contessa Markievicz. Constance Gore-Booth, questo il suo vero nome, nasce a Londra nel 1868. Il padre è l’esploratore artico Sir Henry Gore-Booth, baronetto e ricco possidente irlandese noto per le sue attività filantropiche e l’attenzione verso i poveri e i lavoratori. Una figura che influenzerà le scelte di Constance. Altra fonte di ispirazione per le idee artistiche e politiche, il poeta Yeats, amico d’infanzia.

Interessata alla pittura, a 24 anni va a scuola d’arte a Londra, poi a Parigi dove incontra Casimir Markievicz, conte polacco. I due si sposano nel 1900 e un anno dopo a Dublino, dove si sono stabiliti, nasce la figlia Maeve. Nel 1913, il marito decide di tornare in Polonia, lei non lo segue. I due si lasciano, ma manterranno buoni rapporti. La contessa Markievicz intanto si fa conoscere, fonda un club di artisti e scrittori, entra nel giro degli indipendentisti del Sinn Fein e guida le “Figlie d’Irlanda”, organizzazione femminile di impronta rivoluzionaria. Sono gli anni più caldi del sanguinoso conflitto con la Gran Bretagna. Eccellente tiratrice con la pistola fin da ragazzina, addestra le donne a sparare e a costruire fortificazioni, e guida la protesta delle suffragette d’assalto per il diritto di voto alle donne e contro l’oppressione britannica. Il suo motto è "Vèstiti in gonna corta e stivali forti, lascia i tuoi gioielli e compra un revolver."

Durante una visita del re Giorgio V, la arrestano. Esce di prigione dopo un mese; Dublino, praticamente sotto assedio, è alla fame, e Constance vende tutti i suoi beni e col ricavato distribuisce provviste e gestisce una mensa per i poveri. Protagonista della ribellione della Pasqua del 1916, organizza la difesa armata e le sue infallibili pistole diventano leggendarie. I ribelli resistono 6 giorni, poi vengono catturati e condannati a morte. Quando la sua pena viene commutata in ergastolo “per la misericordia dovuta a una donna”, lei inveisce contro i giudici: “Abbiate la decenza di uccidermi”. Uscirà dal carcere dopo 13 mesi per un’amnistia. Nel 1919 è di nuovo in prima linea nella rivolta, va negli Stati Uniti e raccoglie denaro e armi per la causa. Di nuovo incarcerata, organizza uno sciopero della fame seguita da 92 donne. Le rilasciano un mese dopo. In seguito sarà la prima donna eletta alla Camera dei Comuni, dove non metterà piede per scelta, e la prima donna ministro del governo irlandese.

Continuerà la sua battaglia fino alla fine, che arriva nel 1927: la contessa è ricoverata in un ospedale pubblico per le complicazioni di un’appendicite. Al suo capezzale c'è il marito Casimir. Constance muore a 59 anni, senza un soldo, "tra i poveri, dove volevo essere". Le autorità le rifiutano il funerale di Stato. Per le strade di Dublino a seguire il feretro ci saranno 250.000 persone.

1 commento:

  1. ammirazione. dovrremmo istituire una canonizzazione di questi santi alternativi che le chiese disdegnano....

    RispondiElimina

760 - DIETRO IL PADRINO

    Un'offerta che non si può rifiutare. A trovarsela davanti è stato Francis Ford Coppola al momento di iniziare a girare I...