domenica 1 dicembre 2019

195 - UMBERTO E IL SUO GEMELLO




Sembra impossibile ma…
Questa è una storia vera. A raccontarmela è stato l’amico Alfonso Bartolacci, grande mentalista e cultore di “strange stories”. Luglio 1900, a Monza. Re Umberto I si ferma a mangiare in una locanda di periferia. E quando arriva il ristoratore, è come se si guardasse allo specchio. Una somiglianza incredibile. Lo stupore del sovrano aumenta quando scopre che l’oste è nato il suo stesso giorno alla stessa ora, ha una moglie che si chiama Margherita come la sua e un figlio di nome Vittorio. Infine il ristoratore ha iniziato la sua attività proprio il giorno in cui il re è salito al trono.

Umberto è assai colpito. Saluta il “gemello” con una promessa: “Ripasserò molto presto, e parleremo con più calma”. Promessa che non potrà essere mantenuta. Il ristoratore muore il giorno successivo. Stava pulendo un’arma e gli parte un colpo. E’ il 29 luglio del 1900. Un colpo di arma da fuoco poche ore dopo attende anche Umberto mentre attraversa Monza su una carrozza aperta. A spararlo è l’anarchico Gaetano Bresci.

Incredibile, no? Ai più scettici basterà cercare un po’, online e non solo, per avere la conferma che, anche volendo far la tara su qualche dettaglio, nelle sue linee essenziali la storia è basata su fatti realmente accaduti. A voler cercare spiegazioni, si può ipotizzare che l’oste fosse davvero un gemello del re, il cui padre Vittorio Emanuele II aveva fama di “tombeur de femme” con pochi scrupoli e parecchi figli illegittimi nei luoghi da lui frequentati (e Monza era fra questi).

Sui dettagli poi, c’è da considerare che il re non conosceva l’oste, ma l’oste conosceva il re. Infine la morte del ristoratore: un gemello del re poteva essere un elemento scomodo, e dietro l’”incidente” si potrebbe ipotizzare l’ombra dei servizi segreti dell’epoca. E le due morti così ravvicinate? Un caso, certo. Ma se vi piacciono i gialli, beh, andatevi a leggere le ricostruzioni più dettagliate dell’assassinio di Umberto I. Gli elementi misteriosi, confermano gli storici, non mancano. Ma questa è un’altra storia…

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