mercoledì 4 dicembre 2019

212 - SOTTO LE STELLE DEL ROCK




Sembra impossibile ma...
La missione New Horizons della Nasa ha portato nel 2015 una sonda a due passi dal lontanissimo Plutone. Alla presentazione dei risultati della missione, il responsabile scientifico Alan Stern ha esordito così: "Prima di entrare nel dettaglio dei dati raccolti, desidero presentarvi uno dei collaboratori del nostro team. Arriva dall'Europa, ha lavorato con noi al progetto, e qualcuno di voi potrebbe conoscerlo". Nel salone pieno di giornalisti è entrato Brian May, chitarrista dei Queen. E astrofisico di livello internazionale.

May nasce a Twickenham nel 1947. Inizia da bambino a suonare il piano, poi passa alla chitarra. Nel 1965 si trasferisce a Londra dove frequenta la facoltà di Fisica e Astronomia all’Imperial College e si laurea con lode in Fisica nel 1968. Intanto suona con una band di ragazzi, gli Smile, che presto cambiano nome; nascono i Queen, con lui ci sono Freddie Mercury e Roger Taylor. E hanno subito successo. Per Brian è il momento delle scelte: “Non ero poi così bravo in Fisica – dirà la rockstar – ma sapevo che sarei potuto essere abbastanza bravo nella musica”. Così lascia la sua tesi di dottorato in Astronomia dell’Infrarosso, e spicca il volo con i Queen. Ma non dimentica l'altra passione: negli anni settanta pubblica due importanti ricerche, e in seguito due libri, “Bang! The Complete History of the Universe” e “The Cosmic Tourist”.

Seguono 30 anni nei quali è impegnato a scrivere la storia del rock coi suoi Queen, diventando uno dei più grandi chitarristi del mondo (il 26º di tutti i tempi secondo la rivista Rolling Stone); poi nel 2006 si riavvicina agli studi, torna nella sua vecchia università e poco più di un anno dopo ottiene il dottorato in astrofisica con una tesi sui "Movimenti della polvere interstellare". La sua fama come ricercatore raggiunge la Nasa, che lo ingaggia nel team che sta seguendo il lungo viaggio di New Horizons. E qui le due anime di Brian May si fondono: mentre il Fisico collabora nell'analisi dei dati che arrivano dallo spazio profondo, il musicista scrive il singolo “New Horizons”, diffuso per la prima volta dal Control Center della Nasa in Maryland nel momento preciso in cui la sonda raggiunge Ultima Thule, il corpo celeste più distante mai esplorato da un oggetto inviato dall'uomo, a 6,4 miliardi di chilometri dalla Terra.

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