giovedì 5 dicembre 2019

213 - IL CINEMA ALLA FINE DEL MONDO




Sembra impossibile ma...
Questa è una storia vera. Vale la pena di raccontarla perché è la storia di un bel sogno, e tanto basta: non importa se finisce male.

Il sogno di Diynn Eadel, imprenditore francese con alle spalle studi di recitazione e piccoli ruoli in teatro e al cinema, ricorda il giardino di arance nel Sahara di Marrakech Express, o se preferite il Fitzcarraldo di Herzog: aprire un grande cinema sotto le stelle nel bel mezzo del deserto, all'estremità della penisola egiziana del Sinai. L'idea nasce a fine anni novanta quando Eadel scopre un anfiteatro naturale ai piedi di una catena montuosa non troppo lontano dalla turistica Sharm El Sheikh. La cornice perfetta per "dimostrare che il turismo può non essere un elemento distruttivo e che il Grande Teatro della Natura può riconciliarci con gli elementi, proiettando grande cinema sotto un cielo pieno di stelle” scrive nella presentazione del progetto. In breve ottiene tutti i permessi necessari (non senza intoppi burocratici e problemi con i funzionari locali) e, tornato a Parigi, trova gli investitori. Progetta uno speciale schermo gigante, poi al Cairo compra un generatore, un proiettore e le 700 poltroncine in legno di un vecchio cinema.

L'inaugurazione del "The Seventh Art Cinema", come lo chiama, è fissata per il 6 ottobre del 2000: una grande festa alla presenza del governatore del Sud Sinai. Dopo il buffet, un narratore arrivato dal Cairo introduce la proiezione, ma all'improvviso salta la luce. Qualcuno ha sabotato il generatore elettrico. Nessun film verrà proiettato quella notte, né qualsiasi altra notte. Nei giorni seguenti la gente del posto diventa ostile, e le autorità cambiano atteggiamento e vietano le proiezioni. Il motivo? Sembra che un potente uomo d'affari di Sharm, preoccupato per l'apertura, abbia pagato la gente prima per rovinare la serata, poi per boicottare il progetto.

Passano 14 anni prima che Kaupo Kikkas, famoso fotografo estone, scopra un'incredibile cinema all'aperto abbandonato nel bel mezzo del nulla del Sinai. Le sue foto surreali fanno il giro del mondo. Si risale a Eadel, che però sceglie la via del silenzio. Oggi il cinema non esiste più: di recente qualcuno, forse proprio per l'attenzione mediatica, ha distrutto tutto lasciando solo una triste distesa di detriti e frantumi di legno. E ai giornali arriva una lettera.

Cari amici in tutto il mondo: ho fatto un sogno incredibile, e ho fatto di tutto per realizzarlo lottando con passione per anni. Ho lavorato con un gruppo di amici e insieme abbiamo osato sognare, abbiamo osato distinguerci e uscire dai sentieri battuti. Ringrazio tutti dal profondo del mio cuore”. Segue la firma: “Diynn Eadel, proprietario e orgoglioso creatore del cosiddetto Cinema alla fine del mondo".

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