Sembra
impossibile ma...
Il
monte Fanjing nel sud-ovest della Cina ospita un gran numero di
templi buddhisti. Due di questi, collegati da un ponte, sorgono in
cima a un vertiginoso pinnacolo verticale alto 2.336 metri.
La
ricerca di silenzio, solitudine e misticismo ha portato da sempre gli
asceti di tutte le religioni a cercare luoghi appartati per isolarsi
dal mondo, e a costruire templi e monasteri in zone montane di
difficile accesso. Ma i monaci cinesi hanno esagerato. Qui in Europa
abbiamo le Meteore della Tessaglia che non scherzano quanto a
location estreme, ma i templi di Buddha e Maitreya edificati sulla
ridottissima area di una ripida vetta, sembrano architetture di un
altro pianeta. Siamo sulla montagna più alta della catena montuosa
Wuling, che raggiunge i 2.572 metri sul livello del mare, a due ore
di auto dalla città di Tongren. Nel 1978 l'area venne dichiarata
Riserva Naturale Nazionale, e dal 2018 è Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco. Per il buddhismo cinese, il Fanjingshan è una montagna
sacra, luogo di illuminazione del Buddha Maitreya. Dal 2010 qui è
possibile visitare il Parco culturale buddhista, con la più grande
statua d'oro al mondo del Buddha Maitreya, alta 5 metri e realizzata
con 250 chilogrammi d'oro e migliaia di gemme. E' dal VII secolo che
sulla montagna si costruiscono templi: solo durante la dinastia Ming
ne vennero edificati 50 per i pellegrini che visitavano la zona
sacra. Molti sono andati distrutti, ma ne restano ancora un buon
numero. I più importanti sono proprio il Tempio di Buddha e il
Tempio Maitreya, sulla "Red Clouds Golden Summit", una
delle tre cime del Fanjingshan. Una ripida gola li separa, ma i
visitatori possono attraversarla su uno stretto ponte di pietra. Per
raggiungere la vetta devono però prima salire qualcosa come 8.888
gradini, magari con qualche fermata ai posti di sosta e di ristoro
lungo il percorso.
L'isolamento
del Fanjingshan ha permesso la sopravvivenza di una straordinaria
biodiversità, con oltre 2.000 specie di piante endemiche fra cui il
raro abete fanjingshanensis e centinaia di animali, con diverse
specie in via di estinzione, come il cervo muschiato della foresta,
la salamandra gigante cinese, il fagiano di Reeve e il rinopiteco dal
mantello bianco. Un ecosistema che l'aumento consistente del turismo
rischia di alterare.
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