Sembra
impossibile ma...
Un
pensionato che cercava col metal detector un martello perduto da un
amico contadino nei campi della sua fattoria ha trovato un tesoro di
epoca romana. Per il ritrovamento, subito segnalato, ha ricevuto un
premio di 1.750.000 sterline, che ha diviso con l'amico.
Novembre
1992, Eric Lawes, ex giardiniere di Hoxne nel Suffolk di buon mattino
percorre il terreno di fronte alla fattoria di Peter Whatling con in
mano un cerca-metalli, alla ricerca del martello perduto la sera
prima dal contadino. Quando il metal detector si mette a suonare,
scava e trova un cucchiaio d'argento e alcune monete antiche; pochi
colpi di badile dopo, ecco i resti di un grosso contenitore in legno:
il più classico degli scrigni del tesoro pieno di monete e gioielli.
Lawes si ferma lì e avverte la polizia. Il giorno dopo gli
archeologi sono al lavoro, e in poche ore rimuovono diversi blocchi
di terreno che contengono il tesoro. Gli oggetti saranno poi estratti
con cura in laboratorio. Grazie all'onestà di Lawes gli studiosi
hanno un'opportunità rara: studiare la disposizione originaria
intatta di tutti gli oggetti ritrovati.
Dopo
un anno di esami, gli archeologi presentano il tesoro di Hoxne:
14.865 monete romane in oro, argento e bronzo, 200 pezzi di vasellame
in argento e di gioielleria in oro; un totale di 3,5 kg d'oro e 23,75
kg d'argento. Valore di mercato 1.750.000 sterline; per la legge
inglese tutti i tesori trovati sono proprietà della Corona a meno
che qualcuno non abbia titolo per rivendicarli. E' però consuetudine
premiare l'autore del ritrovamento, se comunicato subito alle
autorità, con un premio in denaro equivalente al valore del tesoro.
Lawes così riceve la somma, e la divide con Whatling.
Il
tesoro era stato nascosto agli inizi del quinto secolo in una zona
disabitata. Il motivo? Vicino allo scrigno è stato trovato il foro
di un palo che probabilmente indicava il luogo della sepoltura. Nel
410 l’Impero
Romano richiamò l'esercito dalla Britannia lasciando i cives
d’oltreManica indifesi di fronte agli attacchi dei Sassoni; la cura
con cui è stato riposto il tesoro fa pensare a un ricco cittadino
che ha sepolto i suoi beni, o al bottino di una rapina nascosto per
esser recuperato in seguito. In tutti e due i casi le cose non sono
andate come previsto: ci sono voluti più di 15 secoli perché il
tesoro tornasse alla luce. Oggi è esposto al British Museum di
Londra, dove è visibile anche un martello: sì, è quello di
Whatling, che Lawes ha poi ritrovato.
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