martedì 7 gennaio 2020

253 - CAPELLI DI GHIACCIO




Sembra impossibile ma...
Se passeggi di prima mattina in un bosco con una temperatura intorno agli 0 gradi ti può capitare di vedere i “capelli di ghiaccio”, un fantastico fenomeno naturale che solo di recente è uscito dal mondo delle favole e ha trovato una spiegazione scientifica.

Ringrazio Pasqua Gandolfi per la segnalazione e vi racconto come un team di ricercatori svizzeri ha risolto un enigma lungo un secolo. I capelli di ghiaccio spuntano nelle foreste dei Paesi di mezzo mondo, quelli più freddi, dai rami degli alberi in decomposizione. Il fenomeno non è facile da osservare anche perché le strane ciocche fatte di fili di ghiaccio straordinariamente sottile si sciolgono sotto i raggi del sole. Sembrano matasse di zucchero filato, candidi e multiformi piumini che si formano durante la notte per svanire alle prime luci dell'alba. Per secoli i rari incontri ravvicinati hanno dato vita a spiegazioni fiabesche finché intorno al 1880 il fenomeno ha trovato conferma ed è stato descritto per la prima volta in letteratura scientifica; nel 1918 poi il geologo tedesco Alfred Wegener, il padre della teoria della deriva dei continenti, gli ha dato un nome: Haareis.

Ma perché e come si formano i “capelli di ghiaccio”? La risposta è recente. Gerhart Wagner e Christian Mätzler dell'università di Berna hanno confermato una teoria già abbozzata da Wegener: gli strani ciuffi compaiono sul legno in putrefazione grazie all'azione di un fungo, l'Exidiopsis effusa, la cui presenza è stata riscontrata in tutti i depositi di capelli di ghiaccio. La riprova è che sui pezzi di legno irrorati con un funghicida si forma sì una patina di ghiaccio, ma non i capelli. Il fungo impedisce la ricristallizzazione del ghiaccio, permette la formazione di fili del diametro di 0,01 mm. e aiuta a mantenerli in questa forma per diverse ore. Quando l’acqua congela vicino al micelio provoca il progressivo sollevamento dello strato di ghiaccio che attira poi a sé altra acqua contenuta nel legno attraverso un processo di suzione capillare. Il risultato sono aghi di ghiaccio che crescono poco a poco dal ramo fino a una lunghezza di 10 cm. Insomma, la notizia è certa: non sono i capelli delle fate né le barbe degli gnomi, e neanche la lana tessuta dagli elfi.
Guarda i video sui "capelli di ghiaccio". Il secondo ne mostra la crescita al time lapse. 
 
 
 
 

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