Sembra
impossibile ma…
Questa
è una storia vera. Se siete di stomaco delicato, fermatevi qui.
Perché è vero che vi porto nel far west senza legge, violento e
feroce. Ma lui, “Mangiafegato Johnson”, ha esagerato un tantino.
John
Garrison Jeremiah Johnson nasce nel 1824 a Little York, nel New
Jersey. Nel 1846 si arruola in Marina; dopo aver picchiato a sangue
un ufficiale diserta e fugge verso il west. A Alder Gulch nel Montana
dìventa cercatore d’oro e si fa chiamare solo John Johnson. In
seguito farà il taglialegna, il trapper e altri lavori più o meno
leciti. Difficile non notarlo, per i suoi due metri di altezza, per i
120 chili di muscoli, e per i frequenti accessi d’ira e di furore.
Nel
1847 sposa un’indiana Flathead. Poco dopo la moglie è uccisa dai
Crow, una tribù nemica. Non l’avessero mai fatto. Johnson apre la
caccia al Crow. La sua vendetta andrà avanti per 25 anni. E sarà
terribile. Secondo lo storico Andrew Southerland "Egli uccise e
scotennò più di 300 indiani Crow. E di ognuno di loro divorò il
fegato". Da qui il soprannome. Quello di Johnson è uno spregio:
i Crow infatti credono che senza il fegato non si va nei verdi
pascoli.
“Mangiafegato”
diventa il terrore degli indiani. Nel 1863, catturato dai Blackfeet,
sta per essere venduto ai Crow. Ma evade dopo aver sbranato i legacci
di cuoio coi denti. Ucciso l’indiano di guardia, con un
coltellaccio gli taglia una gamba. La porta con sé e se ne nutre
durante la lunga fuga nella neve: 300 chilometri fino alla baracca di
un amico. Si arruola poi nell’esercito dell’Unione, dove combatte
da valoroso. C’è tempo anche per far pace con i Crow, che
diventano “fratelli di sangue”. Ma nelle guerre indiane “Dapiek
Absaroka”, l’assassino dei Crow, come è noto fra gli indiani,
farà strage di Sioux e Blackfeet. Negli anni ottanta è sceriffo a
Red Lodge, nel Montana. Morirà nel 1900 in un ospizio di veterani di
guerra.
Sulla
sua vita è stato modellato il personaggio protagonista del film
western “Corvo rosso non avrai il mio scalpo”. Per interpretarlo
il regista Sidney Pollack scelse il volto angelico di Robert Redford.
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