giovedì 16 gennaio 2020

264 - EFFETTO PAULI




Sembra impossibile ma…
Questa è una storia vera, segnalata dal professor Giovanni Pelosini, che ringrazio. Protagonista il grande fisico austriaco Wolfgang Pauli, uno dei padri della meccanica quantistica noto agli studenti di liceo per il suo principio di esclusione, con il quale vinse il Premio Nobel nel 1945. Fin qui lo scienziato. L’uomo aveva qualche problemino: una personalità complessa con difficoltà nei rapporti con le donne e tendenze depressive che cercava di combattere con l’alcool. Dal 1930, su consiglio del padre, iniziò un’analisi terapeutica con Carl G. Jung durata 4 anni, un rapporto che durò poi nel tempo segnando la vita dei due grandi studiosi.

Ma la cosa incredibile è quello che oggi sulle enciclopedie viene indicato come “effetto Pauli”. In due parole lo scienziato portava male. Un vero jettatore evitato da tutti i colleghi fisici (che non erano Totò e Peppino) che ne raccontavano toccando ferro le funeste gesta. Pauli si era guadagnato la fama di menagramo dopo una serie di sfortunati eventi che si verificarono a partire dal 1924.
In particolare quando il fisico entrava in un laboratorio, gli apparecchi si guastavano o si rompevano e gli esperimenti (spesso assai costosi) fallivano. Quando nel 1950 al suo ingresso a Princeton si incendiò il ciclotrone, anche i più scettici si arresero all’evidenza: sì, Pauli emana energie negative.

E lui cosa ne pensava? Era il primo a credere ai suoi “poteri”. Raccontava di percepire le sventure in anticipo avvertendo una spiacevole tensione che si risolveva solo a disastro avvenuto. Questo fu uno dei motivi per cui fece ricorso a Jung, che studiando il caso elaborò il concetto di sincronicità. Proverbiale l’episodio del laboratorio di fisica a Gottinga. Dopo l’inspiegabile esplosione di un costoso strumento di misura il direttore dell'istituto disse scherzosamente ai presenti: “Se non sapessi che Pauli è lontano mille miglia, direi che c’è di mezzo lui”. Solo dopo scoprì che “Ira di Dio”, come lo avevano ribattezzato, in realtà era in viaggio in treno, e all’ora precisa dell’esplosione era sceso per 10 minuti nella vicina stazione di Gottinga in attesa della coincidenza.
 
 
 





Nessun commento:

Posta un commento

775 - LA DIMENTICANZA

Quanti giorni può sopravvivere un uomo senza bere né mangiare?Non esiste una risposta certa. I medici parlano di tre giorni senz’acqua, fors...