giovedì 16 gennaio 2020

270 - IL VESCOVO E IL CAIMANO




Sembra impossibile ma...
Questa è una storia vera. Storia di un vescovo sognatore, di un caimano (in veste di narratore), di una scoperta fortunata e di una fantastica intuizione. Lasciamo la parola al rettile (con rispetto parlando).

Sono nato alle Galapagos quasi 500 anni fa, e sono cresciuto in quelle isole di sogno, tanto belle da essere considerate ancora oggi uno degli ultimi paradisi terrestri. Ero già grandino, oltre tre metri di lunghezza, quando dal mare vidi arrivare delle grandi vele. Il capo degli uomini che scesero a terra disse con enfasi “Oggi, mercoledì 10 marzo 1535 (giusto 482 anni fa), prendiamo possesso di queste terre in nome di sua maestà Carlo I re di Spagna”. Si chiamava Tomas de Berlanga ed era un vescovo”.

In seguito ebbi modo di conoscerlo da vicino. I suoi uomini infatti mi catturarono e mi portarono a bordo. Dopo lo choc iniziale, passavo il mio tempo dentro la gabbia ad ascoltare le storie raccontate dall’alto prelato. Scoprii così che era nato a Berlanga del Duero, un paesino di montagna di Castilla Y Leon, 48 anni prima, che era stato nominato vescovo di Panama l’anno precedente, quindi era salpato verso il Perù per risolvere una disputa fra due conquistadores; il veliero però andò alla deriva per assenza totale di vento. I marinai, che odiano la patana, imprecavano contro la sfortuna nera. La nave era in balìa delle correnti. Che la trascinarono in terre mai avvistate prima. Fu così che Tomas de Berlanga scoprì le Galapagos, e passò alla storia”.

Un colpo di fortuna, certo, ma spesso dietro la buona sorte c’è un uomo capace di mettersi in gioco, di rischiare per cambiare le cose, con i venti a favore o senza. Così quando il vescovo mi portò con sé fino in Spagna, dove peraltro riscossi un notevole successo personale, sentii parlare ancora a lungo di lui. E tutti lo descrivevano come un grande sognatore. Non a caso negli anni successivi riuscì a concretizzare gran parte delle sue idee: lui che era nato da una famiglia di modesti contadini rivoluzionò il concetto di agricoltura nel nuovo mondo, fece coltivare per primo i pomodori nell’area dei Caraibi, e la banana in tutto il centramerica”.

Solo il tempo invece rese giustizia alla sua più grande intuizione: del resto aveva anticipato la storia di 300 anni. Fu il mio amico Tomas infatti il primo a concepire l’idea di mettere in comunicazione l’Atlantico col Pacifico. Dopo tre anni di studi sull’istmo di Panama preparò un progetto che prevedeva l’uso dei fiumi già esistenti per creare un passaggio navigabile. Qualcosa di molto simile a quello inaugurato nel 1914. I costi enormi non gli permisero di realizzarlo, ma il seme era gettato”.

Negli ultimi anni di vita il vescovo rinunciò alle sue cariche e tornò al paese natale, dove fondò un convento e una casa per gli orfani. Oggi il suo corpo riposa nella collegiata maggiore del piccolo borgo. Come? Che fine ho fatto io? Don Tomas mi ha voluto con sé, e se passate da Berlanga del Duero è lì che mi potete ammirare (beh sì, sono quello della foto) appeso a una parete della cattedrale”.


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