Sembra
impossibile ma…
Questa
è una storia vera. Michael Gordon Peterson nasce a Luton in
Inghilterra nel 1952 in una famiglia della media borghesia. Diserta
la scuola, e a 13 anni è già noto alla polizia per reati minori.
Fisico massiccio, in gioventù la sera fa il pugile “a nocche nude”
per le strade del quartiere e di giorno cerca lavoro: ne trova molti,
ma li perde tutti perché ogni volta picchia il titolare. Nel 1971 si
sposa con Irene e subito dopo nasce un figlio. Nel 1974 entra in
carcere: 7 anni per rapina a mano armata. E cambia ufficialmente
nome: sarà Charles Bronson, il prigioniero più violento a memoria
d’uomo.
Protagonista
di continue e furiose risse con gli altri detenuti e con le guardie
carcerarie, sarà trasferito da un carcere all’altro: ad oggi è
stato spostato 120 volte. E con i continui aumenti di pena, i 7 anni
diventano ergastolo. Ringrazio Simonluca Cavallini per la
segnalazione e vi accompagno in una carrellata di malefatte: sono
solo le più eclatanti, il 10% del totale. Allacciate le cinture.
La
maggior parte del tempo lo passa in cella di isolamento, ma quando
esce combatte una vera guerra personale. Attacca altri detenuti,
spesso senza provocazione, e più volte è lui ad essere pestato
selvaggiamente; distrugge un laboratorio dopo un alterco con un
secondino; riduce in fin di vita un compagno di cella con una brocca
di vetro, pugnala due guardie, avvelena il prigioniero nella cella
accanto e finisce in una struttura psichiatrica; qui scava un tunnel
per evadere ma un degente informa le guardie: lui lo scopre e lo
massacra di botte. Relegato sull’isola di Wight procura gravissime
lesioni a un prigioniero con un barattolo di marmellata, poi tenta il
suicidio e attacca un secondino. Di nuovo in manicomio, strangola con
una cravatta un assassino maniaco sessuale.
Nel
1982 inizia una lunga serie di proteste nelle carceri dove è
detenuto. Sale sul tetto e strappa le tegole, oppure si barrica e
devasta cucine e servizi; causa così danni per centinaia di migliaia
di sterline. Per la terza volta in manicomio, pugnala con una
bottiglia di salsa un paziente che gli aveva fatto avances sessuali.
Negli anni riuscirà a mandare all’ospedale anche diversi direttori
di carceri. Con uno di questi nel 2014 partecipa a una trasmissione
tv: gli salta addosso in diretta e lo picchia a sangue. In più
occasioni prende come ostaggi dipendenti civili, avvocati, medici e
psicologi dettando folli condizioni per il rilascio. (una bambola
gonfiabile, un elicottero e una tazza di tè…). Una volta minaccia
di mangiarsi gli ostaggi, due dirottatori iracheni che non avevano
risposto al suo saluto. Nel 1999, a Woodhill viene allestita per lui
una speciale unità carceraria per ridurre i rischi per il personale
e i detenuti.
Dopo
aver divorziato, si risposa due volte con donne che lo vanno a
trovare in carcere. In cella scrive diversi libri, fra i quali un
bestseller sul fitness in spazi ristretti di cui è fanatico (fa
2.500 flessioni al giorno), e dipinge quadri coi quali vince numerosi
premi. Di se stesso dice: "Sono un bravo ragazzo, ma a volte
perdo la ragione e mi innervosisco; la rabbia però non mi rende
cattivo, solo confuso".
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