Sembra
impossibile ma...
Alla
vigilia della prima del “Cyrano De Bergerac” l'autore Edmond
Rostand era certo che sarebbe stato un fiasco, tanto da pensare di
annullare la rappresentazione. Ma il marsigliere Rostand, che
all'epoca aveva 29 anni, sapeva che “È
di notte che è bello credere nella luce.” E sapeva che i suoi
scritti potevano accenderla. Anche se, come tutte le persone che
uniscono intelligenza e sensibilità, aveva grandi paure. “Io parto
per strappare una stella al cielo e poi, per paura del ridicolo, mi
chino a raccogliere un fiore” è una delle sue frasi più famose
fra quelle passate alla storia.
Nel
1897 Rostand è già un drammaturgo di successo, una delle sue piéces
è stata portata in scena dalla grande Sarah Bernhardt, una specie di
sigillo di garanzia per i lavori teatrali dell’epoca. Ma con il
Cyrano de Bergèrac sa di giocarsi molto del suo futuro. Era stato un
altro grande attore, Coquelin Aîné, a chiedergli un testo adatto
alle sue corde.
La
sera della prima, il 28 dicembre al Théâtre de la Porte Saint
Martin, Rostand è terrorizzato dalla paura di un fiasco. Qualche
minuto prima dell’inizio convoca l’intera compagnia. Si scusa per
averla trascinata in "questa avventura spaventosa". Poi
come in un sogno sente solo il sipario che si apre, il brusio del
pubblico, la scena che si illumina. Lo spettacolo inizia. “E giunto
al fin della licenza, io tocco”.
La
stoccata va a segno. Quello che accadde dopo, è storia del teatro.
Già all'intervallo, il pubblico è tutto in piedi ad applaudire. Al
termine gli applausi vanno avanti per 20 minuti. Nei camerini lo va a
trovare un ministro, si stacca dal petto la medaglia della Legion
d'Onore e gliela appunta dicendo “Permettetemi di anticipare un po’
i tempi”. E’ nato il Cyrano, un monumento del teatro mondiale.
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