Sembra
impossibile ma...
Questa
è una storia vera. La Bank of England dal 1734 ha sede a Londra in
Threadneedle Street. A suo tempo fu realizzata con criteri di
sicurezza avveniristici: pareti spesse due metri e mezzo, chiavi per
i caveau appositamente progettate lunghe 40 centimetri, porte
blindate di massima sicurezza. Dispositivi ancora in uso, affiancati
oggi dalle ultime tecnologie e da altri fantascientifici sistemi di
protezione. Perché al suo interno, in 8 sorvegliatissime camere
sotterranee, sono stivati 400.000 lingotti di 12 chili ciascuno, in
tutto 5.134 tonnellate d'oro (secondo deposito al mondo dopo la
Federal Reserve americana), per un valore di 100 miliardi di
sterline. “Orgogliosi di non esser mai stati derubati nei tre
secoli della nostra storia” è il motto della banca. Ma non dice
tutta la verità.
Anno
1836, i vertici della Bank of England ricevono una lettera anonima;
l'autore afferma di poter entrare e uscire quando vuole dal caveau
della banca. Uno scherzo, pensano, o la battuta di un mitomane; e
ignorano l'avviso. Pochi giorni dopo ecco una seconda missiva:
l'autore si offre di incontrare il direttore a qualunque ora del
giorno e della notte, a discrezione della banca, all'interno di una
delle camere blindate sotterranee che contengono l'oro. La cosa è
ritenuta da tutti impossibile, ma l'invito incuriosisce i direttori,
che accettano l'incontro e fissano l'appuntamento all'interno del
caveau. La
sera stabilita sono tutti lì, in pompa magna, con un sorriso
scettico sul volto quando, all'orario fissato, ecco un rumore sotto
le assi del pavimento. Tempo pochi minuti, e un uomo spunta dal
basso, aprendo una specie di botola invisibile sotto i loro piedi.
La
sorpresa è già tanta, ma diventa meraviglia quando l'uomo si
presenta: è un addetto alle fogne che ha lavorato alle riparazioni
lungo Threadneedle Street. Durante una ricognizione ha scoperto un
vecchio scarico che conduce sotto la camera dell'oro, e da lì è
stato facile violare ogni difesa della banca. Un rapido inventario conferma
che l'addetto non ha prelevato un penny dal deposito, nonostante
abbia avuto l'opportunità di ripulirlo impunemente.
Come
ricompensa per la sua onestà gli donano 800 sterline, pari a 100.000
euro odierni. Diverse verifiche confermano l'autenticità della
storia, ma il nome dell'onesto lavoratore non è stato tramandato: se
non figura nei registri ufficiali della banca, è perché i dirigenti
imbarazzati hanno preferito stendere un velo pietoso.
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