mercoledì 29 gennaio 2020

292 - APPUNTAMENTO CON L'ORO




Sembra impossibile ma...
Questa è una storia vera. La Bank of England dal 1734 ha sede a Londra in Threadneedle Street. A suo tempo fu realizzata con criteri di sicurezza avveniristici: pareti spesse due metri e mezzo, chiavi per i caveau appositamente progettate lunghe 40 centimetri, porte blindate di massima sicurezza. Dispositivi ancora in uso, affiancati oggi dalle ultime tecnologie e da altri fantascientifici sistemi di protezione. Perché al suo interno, in 8 sorvegliatissime camere sotterranee, sono stivati 400.000 lingotti di 12 chili ciascuno, in tutto 5.134 tonnellate d'oro (secondo deposito al mondo dopo la Federal Reserve americana), per un valore di 100 miliardi di sterline. “Orgogliosi di non esser mai stati derubati nei tre secoli della nostra storia” è il motto della banca. Ma non dice tutta la verità.

Anno 1836, i vertici della Bank of England ricevono una lettera anonima; l'autore afferma di poter entrare e uscire quando vuole dal caveau della banca. Uno scherzo, pensano, o la battuta di un mitomane; e ignorano l'avviso. Pochi giorni dopo ecco una seconda missiva: l'autore si offre di incontrare il direttore a qualunque ora del giorno e della notte, a discrezione della banca, all'interno di una delle camere blindate sotterranee che contengono l'oro. La cosa è ritenuta da tutti impossibile, ma l'invito incuriosisce i direttori, che accettano l'incontro e fissano l'appuntamento all'interno del caveau. La sera stabilita sono tutti lì, in pompa magna, con un sorriso scettico sul volto quando, all'orario fissato, ecco un rumore sotto le assi del pavimento. Tempo pochi minuti, e un uomo spunta dal basso, aprendo una specie di botola invisibile sotto i loro piedi.

La sorpresa è già tanta, ma diventa meraviglia quando l'uomo si presenta: è un addetto alle fogne che ha lavorato alle riparazioni lungo Threadneedle Street. Durante una ricognizione ha scoperto un vecchio scarico che conduce sotto la camera dell'oro, e da lì è stato facile violare ogni difesa della banca. Un rapido inventario conferma che l'addetto non ha prelevato un penny dal deposito, nonostante abbia avuto l'opportunità di ripulirlo impunemente. 
 
Come ricompensa per la sua onestà gli donano 800 sterline, pari a 100.000 euro odierni. Diverse verifiche confermano l'autenticità della storia, ma il nome dell'onesto lavoratore non è stato tramandato: se non figura nei registri ufficiali della banca, è perché i dirigenti imbarazzati hanno preferito stendere un velo pietoso.

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