Sembra
impossibile ma...
Fino
a tre secoli fa i nostri antenati non dormivano come noi oggi le
classiche 8-9 ore consecutive, ma suddividevano il riposo notturno in
2 fasi: si svegliavano nel cuore della notte, svolgevano per 2-3 ore
varie attività, poi tornavano a letto fino al sorgere del sole.
La
necessità di dormire 8 ore di fila per notte è recente nella storia
dell'uomo; lo dice uno studio del prof Roger Ekirch della Virginia
Tech University basato su centinaia di riscontri storici e prove
scientifiche, pubblicato dopo 15 anni di ricerca. Secondo Ekirch
fino al diciottesimo secolo i nostri avi praticavano il sonno
bifasico. Seguendo i ritmi della natura, la loro giornata si
concludeva poco dopo il tramonto; il riposo, diviso in due fasi di 4
o 5 ore ciascuna (primo sonno e secondo sonno) era inframezzato da un
paio d'ore di veglia. Questo schema sarebbe scomparso con la
rivoluzione industriale e l'arrivo dell'illuminazione artificiale, e
già nel 1920 l’idea del sonno bifasico era sparita dalla nostra
coscienza sociale.
Cosa
si faceva durante le ore di veglia notturna? Certamente utile e
strategica per attività come mantenere il fuoco acceso o stare di
vedetta, la pausa fra i due sonni, in ambienti domestici silenziosi,
tranquilli e privi di distrazioni, era utilizzata per rilassarsi,
riflettere sulla giornata appena trascorsa, pregare, meditare,
sbrigare piccole faccende, chiacchierare col compagno di letto. E
anche, come riportato di frequente, per fare sesso prima di
riaddormentarsi.
Oggi
il ciclo monofasico basato sulle 8 ore di sonno è un dogma ma non è detto che
sia il modo più naturale di dormire, visto che
cambia anche durante la vita di un essere umano: dal sonno polifasico
del neonato, a quello bifasico del bambino (che dorme a lungo nel
pomeriggio) al monofasico tarato sul ciclo giorno-notte dell'adulto,
di nuovo al polifasico della terza età con frequenti sonnellini
diurni. C'è chi fa notare che la fase REM, l'unica in in cui si
sogna e ci si riposa davvero, non dura più di due ore per notte. E
non è un caso che il sonno polifasico, comune fra l'altro a diversi
animali, attragga oggi personaggi (come Donald Trump o Madonna) che
tentano di asservirlo alle loro esigenze professionali. Forse perché
pare fosse pratica comune a diversi geni, da Edison a Tesla da
Napoleone a Franklin, fino a Leonardo da Vinci che sembra dormisse 20
minuti ogni 4 ore, per un totale di due ore ogni 24.
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