sabato 16 agosto 2025

812 - L'AQUILA E IL LEONE


 

Fatti non foste a viver come bruti”: Dante spinge Ulisse oltre le Colonne d'Ercole, ed è subito mistero, ignoto, poesia. Gli antichi romani le hanno varcate, per terra e per mare, duemila anni fa. E non è leggenda, è storia.

Tutto cominciò non “per seguir virtute e conoscenza” ma per una spedizione punitiva contro i Garamanti, nomadi del Fezzan che tassavano le merci dirette al Mediterraneo. Erodoto li descrive come abili nell'uso delle quadrighe, con le quali combattevano ed inseguivano i “trogloditi Etiopi”. Per i romani è un salto nel vuoto, alla scoperta del mondo oltre le dune, quello che sulle mappe medievali sarebbe stato segnato con “Hic sunt leones”.

Lucio Cornelio Balbo, uomo di frontiera e politico astuto, partì da Sabratha nel 20 a.C. con la Legio III Augusta e una colonna di ausiliari. Attraversò oasi come Cydamus e Tabidium, prese Garama e poi spinse lo sguardo verso sud, dove il deserto si fa pietra e silenzio. Al ritorno a Roma gli fu decretato un trionfo, cosa rara oer un provinciale. Le fonti tacciono su quanto si sia spinto oltre, e ci lasciano senza certezze.

Parlano chiaro invece le pagine di Tolomeo che in quelle stesse aree raccontano del viaggio di Settimio Flacco e Giulio Materno fra l'80 e il 90 d.C.: tre o quattro mesi di marcia in direzione sud, attraverso montagne e hammada, fino a un “lago degli ippopotami” e a una terra, Agisymba, popolata di rinoceronti ed elefanti. Forse il lago Ciad, forse un miraggio geografico, ma abbastanza reale da restare nella memoria del geografo.

In un'altra direzione, per via di mare, le navi romane arrivarono sulla costa atlantica del Marocco a Sala Colonia (vicino a Rabat) e a Mogador/Essaouira dove fondarono colonie, mentre sulla piccola isola di Lobos nelle Canarie sono stati trovati resti romani del primo secolo a.C. prova di presenze commerciali episodiche, se non di colonie.

Nell'entroterra maghrebino invece Plinio il vecchio colloca Gaio Svetonio Paolino che attraversò l’Atlante innevato, primo romano a farlo, superando un fiume (il Sous?) e guardando dall’alto la distesa del territorio dei Mauritani che porta all’oceano. Oltre restano le ipotesi: piste carovaniere tracciate secoli prima, commerci di avorio e oro, mercanti che raccontano di terre lontanissime, monete romane trovate ben oltre il Sahara.

Niente prove sicure di legioni al Niger o in Senegal, (come ipotizzato da alcuni studiosi) ma di certo in un tempo lontano l'ombra dell'aquila romana si è allungata oltre le sabbie del Sahara fino a sfiorare l’Africa nera, sulle terre dove vive il leone.



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812 - L'AQUILA E IL LEONE

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