Sembra
impossibile ma...
Questa
è una storia vera. La storia di due donne nella Bologna del
1400, quasi 500 come direbbe Benigni. Due amiche belle, intelligenti,
sposate con uomini ricchi e potenti. Una bella storia? Macché, lo
sarebbe (forse) oggi, ma nella Bologna del 1400, quasi 500 essere
donne brillanti, curiose, anticonformiste è un dramma.
Gentile
Budrioli cresce nel Torresotto di Portanova, la sua è una famiglia
benestante e il padre le offre anche la rara possibilità di
studiare, prima di darla in moglie con tanto di ricca dote (500
ducati d'oro) al notaio Antonio Cimieri. Dopo il matrimonio lei vuole
proseguire gli studi, ma non è facile: alimenta la sua passione per
l'astrologia a lezione dal professor Scipione Manfredi, poi impara
dal vecchio frate Silvestro al convento dei Francescani i segreti
delle erbe curative e diventa una sorta di guaritrice che in molti
ritengono migliore dei migliori medici. Non è una donna che passa
inosservata, così si attira invidie e maldicenze che non lasciano
indifferente il marito. Ginevra Sforza è la donna più potente di
Bologna, figlia illegittima del Signore di Pesaro che a 14 anni la dà
in moglie al vecchio Sante Bentivoglio. Pochi anni dopo rimane vedova
e si risposa col cugino del marito, Giovanni II, Primo cittadino di
Bologna, di cui pare fosse già amante, e con lui ha 16 figli.
Diventa anche la sua principale consigliera, e questo a una donna non
viene perdonato. Anche Ginevra è appassionata di astrologia e di
erboristeria, e conosciuta la fama di Gentile, la prende come dama di
compagnia. In breve diventano amiche inseparabili, passano le
giornate studiando e conversando. Quando uno dei figli di Ginevra si
ammala gravemente, lei lo affida alle cure dell'amica, ma il bambino
muore. Del fatto approfittano i Malvezzi, un'altra potente famiglia
che vuol prendere il potere a Bologna: accusano
Gentile di aver “guastato” il bambino con un maleficio, con
l'obiettivo di screditare anche Ginevra e l'intera famiglia.
Gentile
viene arrestata con l'accusa di stregoneria; nella sua casa trovano
le “prove” seminate ad arte. Ginevra è disperata, ma non può
far niente: rischia di subire la stessa sorte. E l'Inquisizione non
perdona. Dopo giorni di terribili torture, al processo i testimoni
che giurano di aver subito malefici sono parecchi, fra questi il
marito e una serva che dice di averla vista parlare con il diavolo.
Quando lei, stremata, confessa, le voci sui suoi terribili poteri si
moltiplicano, viene definita “Strega Enormissima”, e come tale
condannata al rogo. Il 14 luglio 1498 Gentile Budrioli viene
giustiziata in Piazza San Domenico; il boia lancia polvere da sparo
nel fuoco causando fiammate ed esplosioni, la gente intorno al rogo
scappa giurando che il diavolo è venuto a prenderla. Le cronache
raccontano che nello stesso momento a poche centinaia di metri nel
Torresotto di Portanova, dove viveva l'amica, Ginevra piange
disperata.
Guarda i video sull'Inquisizione e la caccia alle streghe.
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