domenica 28 giugno 2020

683 - LA CHIESA NELLA ROCCIA




Sembra impossibile ma…
Fra i luoghi meravigliosi e praticamente sconosciuti del bel paese c’è una chiesa che sembra una di quelle immaginette per turisti incastonate in una pietra che un tempo si conservavano sul comò, in mezzo alla gondola con le lucine e alla palla di vetro con la neve. E’ il tempio di Valadier, e probabilmente non avrei mai saputo neanche che esiste se la sua immagine non mi fosse apparsa come un miraggio sfogliando le foto più belle del National Geographic.

La rivista americana spiega che la chiesa è opera del genio dell’architettura neoclassica Giuseppe Valadier, l’uomo che ha ridisegnato il cuore della Roma papalina. Siamo nelle Marche, a metà strada fra il paese di Genga e le famose Grotte di Frasassi. Il tempio sorge in un’ampia cavità all’ingresso di una grotta. Le linee nette e precise della sua pianta ottagonale contrastano suggestivamente con le forme frastagliate della cavità naturale. Sulla soglia un’iscrizione recita “Refugium peccatorum”; fu infatti Papa Leone XII, originario di Genga, a farlo costruire nel 1828 con l’idea di offrire un rifugio dove i peccatori potessero espiare le loro colpe. La scelta del luogo non fu casuale, perché da tempi remotissimi la popolazione si rifugiava nella grotta, per nascondersi dai saccheggi delle orde degli invasori. Durante la costruzione della chiesa sono state ritrovate infatti ossa umane, forni per il pane, magazzini per il grano e monete dell'Età del bronzo e del ferro.

La chiesa, dedicata alla Vergine Maria, è ricoperta da un tetto in piombo, mentre le pareti sono di travertino. La Madonna con Bambino della bottega del Canova che la adornava oggi è sostituita da una copia: l’originale è al museo di Genga. A poche decine di metri sorge Santa Maria infra Saxa, antichissimo eremo scavato tra le rocce già noto nel 1029 come monastero di clausura di monache benedettine. Per arrivare, dopo una deviazione a metà strada fra Genga e Frasassi, bisogna fare un chilometro a piedi su una ripida stradina. Una fatica ripagata dal miraggio di una chiesa incastonata nella roccia, sospesa fra un intricato sistema di cavità ed anfratti oscuri e la vista panoramica della vallata verde nel parco naturale.





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