Sembra
impossibile ma...
300
è un numero che fa pensare subito agli indomiti spartani di Leonida
che fermarono l'enorme esercito di Serse alle Termopili. Ma nella
storia dell'antica Grecia ci sono altri 300 guerrieri le cui gesta
sono altrettanto straordinarie: il Battaglione sacro di Tebe. Composto
solo da coppie di amanti omosessuali.
Fu
il tebano Gorgida, compagno del comandante Pelopida, a fondare
intorno al 378 a.C. il corpo speciale: 150 coppie unite da un legame
affettivo e sessuale e consacrate al dio Eros, nella convinzione che
soldati legati da un sentimento forte combattano meglio, si
proteggano a vicenda e non abbandonino il compagno in pericolo; non
sbagliavano, perché dopo aver vinto la battaglia di Tegira nel 375 e
quella assai più importante di Leuttra nel 371 contro gli
“invincibili” spartani, per 30 anni il Battaglione sacro rimase
imbattuto. A Tegira, al battesimo del fuoco, erano in 300 contro
oltre mille, e Plutarco riferisce che un soldato tebano vista la
disparità di forze disse a Pelopida “Siamo caduti nelle mani dei
nostri nemici”, e lui: “E perché non loro nelle nostre?”.
Il
legame affettivo fra soldati era considerato un vantaggio non solo a
Tebe. Nella biografia di Pelopida Plutarco scrive: “Un gruppo che
si è consolidato con l’amicizia radicata nell’amore non si
scioglie mai ed è invincibile, poiché gli amanti, per paura di
apparire meschini agli occhi dei propri amati, e gli amati per lo
stesso motivo, affronteranno volentieri il pericolo per soccorrersi a
vicenda“. Platone nel Simposio, scritto pochi anni prima, asseriva che
“Un esercito di amanti e di amati messi a combattere gli uni
accanto agli altri, pur con pochi soldati vincerebbe tutti gli
uomini. Un uomo che ama, all’essere visto dall'amato abbandonare le
schiere o gettare le armi preferirebbe molte volte la morte“.
Il
Battaglione sacro venne distrutto dall’esercito di Filippo II di
Macedonia, che nella battaglia di Cheronea nel 338 lo accerchiò dopo
aver messo in fuga l’armata tebana. Dopo una strenua resistenza
furono uccisi tutti. Secondo Plutarco Filippo II li fece seppellire
in una fossa comune sulla quale fece erigere un leone in pietra alto
7 metri, ed esclamò piangendo: “Possan di mala morte morire
quelli, i quali han sospetto che facessero o patisser questi alcuna
disonestà“. La realtà storica del Battaglione sacro nel tempo è
stata più volte messa in dubbio. Nel 1818 l'architetto George
Ledwell Taylor, durante una visita a Cheronea scoprì in modo casuale
i resti del leone in pietra. In seguito gli scavi nell'area
riportarono alla luce una sepoltura comune con gli scheletri di 254
guerrieri allineati su 7 file: il Battaglione sacro di Tebe.
Interessante! Nella SPIGOLATRICE DI SARPI : eran 300, eran giovani e forti..., e sono morti. Anche se non erano gay, ma spinti solo dall AMORE PER LA PATRIA.
RispondiEliminaChissà perché si ripete sempre il numero trecento...
RispondiEliminaOnore a questi Soldati morti per la loro Patria
RispondiElimina