lunedì 3 febbraio 2020

297 - GLI ALTRI TRECENTO




Sembra impossibile ma...
300 è un numero che fa pensare subito agli indomiti spartani di Leonida che fermarono l'enorme esercito di Serse alle Termopili. Ma nella storia dell'antica Grecia ci sono altri 300 guerrieri le cui gesta sono altrettanto straordinarie: il Battaglione sacro di Tebe. Composto solo da coppie di amanti omosessuali.

Fu il tebano Gorgida, compagno del comandante Pelopida, a fondare intorno al 378 a.C. il corpo speciale: 150 coppie unite da un legame affettivo e sessuale e consacrate al dio Eros, nella convinzione che soldati legati da un sentimento forte combattano meglio, si proteggano a vicenda e non abbandonino il compagno in pericolo; non sbagliavano, perché dopo aver vinto la battaglia di Tegira nel 375 e quella assai più importante di Leuttra nel 371 contro gli “invincibili” spartani, per 30 anni il Battaglione sacro rimase imbattuto. A Tegira, al battesimo del fuoco, erano in 300 contro oltre mille, e Plutarco riferisce che un soldato tebano vista la disparità di forze disse a Pelopida “Siamo caduti nelle mani dei nostri nemici”, e lui: “E perché non loro nelle nostre?”.

Il legame affettivo fra soldati era considerato un vantaggio non solo a Tebe. Nella biografia di Pelopida Plutarco scrive: “Un gruppo che si è consolidato con l’amicizia radicata nell’amore non si scioglie mai ed è invincibile, poiché gli amanti, per paura di apparire meschini agli occhi dei propri amati, e gli amati per lo stesso motivo, affronteranno volentieri il pericolo per soccorrersi a vicenda“. Platone nel Simposio, scritto pochi anni prima, asseriva che “Un esercito di amanti e di amati messi a combattere gli uni accanto agli altri, pur con pochi soldati vincerebbe tutti gli uomini. Un uomo che ama, all’essere visto dall'amato abbandonare le schiere o gettare le armi preferirebbe molte volte la morte“.

Il Battaglione sacro venne distrutto dall’esercito di Filippo II di Macedonia, che nella battaglia di Cheronea nel 338 lo accerchiò dopo aver messo in fuga l’armata tebana. Dopo una strenua resistenza furono uccisi tutti. Secondo Plutarco Filippo II li fece seppellire in una fossa comune sulla quale fece erigere un leone in pietra alto 7 metri, ed esclamò piangendo: “Possan di mala morte morire quelli, i quali han sospetto che facessero o patisser questi alcuna disonestà“. La realtà storica del Battaglione sacro nel tempo è stata più volte messa in dubbio. Nel 1818 l'architetto George Ledwell Taylor, durante una visita a Cheronea scoprì in modo casuale i resti del leone in pietra. In seguito gli scavi nell'area riportarono alla luce una sepoltura comune con gli scheletri di 254 guerrieri allineati su 7 file: il Battaglione sacro di Tebe.



3 commenti:

  1. Interessante! Nella SPIGOLATRICE DI SARPI : eran 300, eran giovani e forti..., e sono morti. Anche se non erano gay, ma spinti solo dall AMORE PER LA PATRIA.

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  2. Chissà perché si ripete sempre il numero trecento...

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  3. Onore a questi Soldati morti per la loro Patria

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