giovedì 6 febbraio 2020

306 - I TEMPLARI COL JOLLY ROGER




Sembra impossibile ma...
La bandiera nera dei pirati, con teschio e tibie incrociate, fu ideata dai cavalieri templari. E quando invece della nera veniva issata la rossa, sulle navi che la avvistavano la paura diventava terrore.

Le bandiere a bordo delle navi da sempre sono utilizzate oltre che per identificarsi, per inviare messaggi. I pirati del diciassettesimo e diciottesimo secolo erano soliti avvicinarsi alle navi da attaccare battendo una normale bandiera, per poi issare all'improvviso il loro vessillo. Che all'inizio era nero senza alcun disegno, e comunicava un messaggio ben chiaro: chi la avvistava aveva la possibilità di resa senza combattere. In tutti gli altri scontri sul mare se le cose andavano male, potevi arrenderti. Coi pirati se non pensavi di poter vincere lo dovevi fare subito, altrimenti la bandiera nera calava e si alzava la rossa, ad indicare un attacco immediato all'ultimo sangue, senza pietà per nessuno. Una guerra psicologica molto efficace: i pirati attaccavano raramente se non erano in una buona posizione per vincere, e in fondo l'obiettivo era catturare la nave intatta col suo carico. Nel 1720 Bartolomeo Roberts salpò da Terranova con la bandiera nera: gli equipaggi delle 22 navi in porto presi dal panico si gettarono in acqua e fuggirono senza combattere.

Sul perché l'emblema con teschio e tibie si chiami "Jolly Roger" ci sono 3 ipostesi: uno dei nomignoli dato al diavolo dai marinai inglesi era "Old Roger"; i francesi quando avvistavano la bandiera rossa la indicavano come "jolie rouge"; i pirati asiatici chiamavano i loro capitani "Ali Raja", o "Re del mare". L'origine dell'emblema poi è sorprendente: di certo lo utilizzava la flotta dei Cavalieri Templari, la più grande del del 13° secolo; e anche i Cavalieri di Malta, nei quali molti templari confluirono dopo che si dissolse il loro ordine. Sia i primi che i secondi, anche se la storiografia occidentale sorvola sul fatto, erano ben noti per i loro atti pirateschi sul mare. Varie leggende ne spiegano poi il significato. Due le principali: una racconta di tre templari sopravvissuti che, giunti nel luogo dove il loro Maestro Jacques de Molay venne bruciato, ne ritrovarono pochi resti: il teschio e le tibie. Un'altra che nel 1307 18 galee di Templari in fuga da Parigi sulla Senna raggiunsero La Rochelle; le vele erano annerite per nascondersi nella notte, e come emblema scelsero il vecchio segnale di pericolo: teschio e tibie incrociate. 
 
 

 
 

 
 
 
 

 

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