Sembra
impossibile ma...
La
bandiera nera dei pirati, con teschio e tibie incrociate, fu ideata
dai cavalieri templari. E quando invece della nera veniva issata la
rossa, sulle navi che la avvistavano la paura diventava terrore.
Le
bandiere a bordo delle navi da sempre sono utilizzate oltre che per
identificarsi, per inviare messaggi. I pirati del diciassettesimo e
diciottesimo secolo erano soliti avvicinarsi alle navi da attaccare
battendo una normale bandiera, per poi issare all'improvviso il loro
vessillo. Che all'inizio era nero senza alcun disegno, e comunicava
un messaggio ben chiaro: chi la avvistava aveva la possibilità di
resa senza combattere. In tutti gli altri scontri sul mare se le cose
andavano male, potevi arrenderti. Coi pirati se non pensavi di poter
vincere lo dovevi fare subito, altrimenti la bandiera nera calava e
si alzava la rossa, ad indicare un attacco immediato all'ultimo
sangue, senza pietà per nessuno. Una guerra psicologica molto
efficace: i pirati attaccavano raramente se non erano in una buona
posizione per vincere, e in fondo l'obiettivo era catturare la nave
intatta col suo carico. Nel 1720 Bartolomeo Roberts salpò da
Terranova con la bandiera nera: gli equipaggi delle 22 navi in porto
presi dal panico si gettarono in acqua e fuggirono senza combattere.
Sul
perché l'emblema con teschio e tibie si chiami "Jolly Roger"
ci sono 3 ipostesi: uno dei nomignoli dato al diavolo dai marinai
inglesi era "Old Roger"; i francesi quando avvistavano la
bandiera rossa la indicavano come "jolie rouge"; i pirati
asiatici chiamavano i loro capitani "Ali Raja", o "Re
del mare". L'origine dell'emblema poi è sorprendente: di certo
lo utilizzava la flotta dei Cavalieri Templari, la più grande del
del 13° secolo; e anche i Cavalieri di Malta, nei quali molti
templari confluirono dopo che si dissolse il loro ordine. Sia i primi
che i secondi, anche se la storiografia occidentale sorvola sul
fatto, erano ben noti per i loro atti pirateschi sul mare. Varie
leggende ne spiegano poi il significato. Due le principali: una
racconta di tre templari sopravvissuti che, giunti nel luogo dove il
loro Maestro Jacques de Molay venne bruciato, ne ritrovarono pochi
resti: il teschio e le tibie. Un'altra che nel 1307 18 galee di
Templari in fuga da Parigi sulla Senna raggiunsero La Rochelle; le
vele erano annerite per nascondersi nella notte, e come emblema
scelsero il vecchio segnale di pericolo: teschio e tibie incrociate.
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