venerdì 7 febbraio 2020

318 - L'ARTE NEL CASSONETTO




Sembra impossibile ma…
E’ successo più volte e continua a succedere: un’intera installazione viene scambiata per spazzatura e finisce nel cassonetto. Il sogno di chi detesta l’arte contemporanea.

Ottobre 2015. Festa per l’inaugurazione di una mostra al Museion di Bolzano. All'alba del giorno dopo arrivano le donne dell’impresa di pulizie. Aprono la porta della sala centrale e trovano il finimondo: bottiglie vuote sul pavimento, coriandoli ovunque, mozziconi di sigarette, indumenti. Devono aver pensato: “Ma cosa hanno combinato qui stanotte? Guarda che casino…”. Poi, rimboccate le maniche, tirano tutto a lucido. Del resto si sa, gli altoatesini ci tengono alla pulizia. Alla fine la sala è linda, e vuota che ci si sente l’eco. Immaginate la faccia dei curatori della mostra quando hanno scoperto che il camion della spazzatura si era appena portato via “Dove andiamo a ballare questa sera?”, installazione ambientale delle artiste Goldi&Chiari, un’opera, come si legge, “che intende denunciare e demistificare gli orribili anni Ottanta mettendo in scena i resti di una festa, metafora dell’epoca del consumismo, della tv di massa, della cuccagna italiana…”. L’installazione sarà riallestita nel giro di poche ore ripescando in discarica anche alcuni pezzi originali, con tante scuse alle autrici.

I precedenti illustri di “arte incompresa” sono tanti. Ecco i più famosi Joseph Beuys ne colleziona due: nel 1973 due addette alle pulizie lavano la sua vasca da bagno per neonati ricoperta di garza; nel 1986 ad essere ben ripulita è la sua “Sedia con grasso”, valore 400.000 euro. 1978, Biennale di Venezia: un imbianchino ridipinge la porta “scrostata” ad arte da Marcel Duchamp. Londra: nel 1999 alla Tate Britain un guardiano pensa che di notte siano entrati i vandali e rifà il letto di Tracey Emin (My bed). Nel 2001 un’installazione di Damien Hirst (bottiglie di birra, tazze da caffè e portacenere pieni) finisce nella spazzatura. Nel 2004 Gustav Metzger alla Tate Modern vede sparire un suo sacco di carta e cartone; una scultura di Anish Kapoor (Hole and Vessel II) viene invece rottamata per sbaglio mentre è in allestimento.

A Dortmund nel 2011 un inserviente ripulisce irrimediabilmente la patina creata con cura certosina da Martin Kippenberger sul suo “Secchio sporco”, valutato 800.000 euro. Nel 2014 a Bari ad essere cestinate tocca a due opere di Paul Branca fatte di giornali accartocciati e pezzi di biscotti. Nel 2014 a Roche-sur-Yon in Francia, durante i lavori nella piazzetta dove è montata, finisce in discarica la colonna Chromointerférence, alta sei metri e realizzata da Carlos Cruz-Diez nel 1972 (valore 200.000 euro), e nel 2015 a Madison in Usa tocca a Corbu Bench di Jim Osman, una panca in legno e erba sintetica: i netturbini pensavano fosse una rampa per skater abusiva. 
 
 

 
 
 

 
 

 
 
 

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