venerdì 7 febbraio 2020

319 - IL FASCINO ESOTICO DI KORLA




Sembra impossibile ma…
Questa è una storia vera. Stati Uniti, anno 1948. L’America appena uscita dalla guerra scopre il fascino della neonata televisione. La prima vera star è uno straordinario musicista indiano. Si chiama Korla Pandit, e col suo spettacolo “Adventures in music” affascina i telespettatori. Come? Lo show è basato sulle sue esibizioni musicali: propone melodie esotiche con arrangiamenti moderni, suonando un organo Hammond e un piano a coda Steinway. A volte suona i due strumenti (ed altri ancora) insieme, una sorta di one man band. Ma il segreto del suo successo sta nelle atmosfere che riesce ad evocare, e nella sua personalità.

Di lui si sa poco: pare sia nato a Nuova Delhi, figlio di un brahmino e di una cantante lirica francese, e che abbia poi studiato musica in Inghilterra. Le sue melodie romantiche e suadenti evocano Paesi lontani e misteriosi, le scenografie televisive, le luci, i costumi fanno sognare magiche notti arabe e suggestivi paesaggi indiani. Ma soprattutto è lui, Korla Pandit, a prendersi la scena: abbigliato come un maharajah con turbante e pietre preziose, personalità magnetica, movimenti armoniosi, sorriso enigmatico: durante le sue performance non pronuncia una parola. Una voce narrante avvisa che il Maestro comunica solo con “il linguaggio universale della musica”. Il suo sguardo sereno, sapiente e al tempo stesso seducente “passa” la telecamera ed entra nei salotti della piccola borghesia a stelle e strisce, e nel cuore di fanciulle di ogni età.

Il successo è enorme, per 5 anni Korla è una superstar, le donne impazziscono per lui, lo coprono di regali e di soldi. Poi, come in una versione maschile di “Bocca di rosa”, mariti e padri infuriati si rivolgono in massa all’”ordine costituito” e nel 1953 l’emittente KTLA è costretta a cancellare il programma e cacciare Korla. Che si ritira a vita privata, suona in piccoli club e dà lezioni di musica. Di lui si ricorda solo Tim Burton che nel suo Ed Wood gli affida un cameo nella parte di sé stesso. Morirà per infarto a Petaluna nel 1998.

Solo dopo la morte la moglie rivelerà l’incredibile segreto che aveva taciuto anche i suoi figli. Korla Pandit non era indiano. Era nato a St Louis nel Missouri, ed era afroamericano. Il suo vero nome era John Roland Redd. Aveva iniziato a farsi passare prima per ispanico col nome di Juan Rolando, poi per indiano negli anni 40, per poter lavorare aggirando il divieto del sindacato dei musicisti per gli afroamericani. E alla sua morte aveva 77 anni, non 2000 come si sussurrava da sempre di Korla Pandit.



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