mercoledì 19 febbraio 2020

332 - LA GIUSTIZIA DEL CONTADINO




Sembra impossibile ma...
Questa è una storia vera. Non era facile la vita del contadino ai tempi dei nostri nonni: che tu fossi bracciante in una masseria del Tavoliere, mezzadro in una fattoria sui colli di Toscana o colono in un cascinale della bassa padana, ti aspettava poca o punta istruzione, tanto lavoro mal retribuito e la consapevolezza di dover chinare la testa di fronte alle immancabili ingiustizie. Speranze di uscire da questa ragnatela kafkiana: zero.

La chiave di volta per avviare il cambiamento, un secolo fa come oggi, è l’istruzione: l’unica arma capace, magari con sacrificio e in tempi lunghi, di migliorare le cose, di far salire qualche gradino a chi dalla lotteria della vita è uscito perdente. Lo ha capito bene Wang Enlin, 60 anni, contadino cinese che nel villaggio di Yushutun, provincia di Heilongjiang, faceva una vita non molto diversa da quella dei contadini del “Novecento” di Bertolucci. Wang lavorava i campi dasempre, ed aveva avuto la possibilità di frequentare la scuola solo per tre anni. Poi nel 2001 arrivò l’ingiustizia. Era la notte del Capodanno cinese e Wang stava giocando a carte con gli amici quando la casa, come quelle intorno e tutti i terreni della zona per miglia e miglia furono inondati dalle acque di scarico provenienti da una fabbrica vicina dove si produceva PVC. Il territorio fu invaso da materiali di scarico altamente inquinanti che rovinarono il raccolto e resero la terra incoltivabile per anni. Ma un documento ufficiale del 2001 attestò che non vi erano stato effetti a lungo termine. Molti compaesani di Wang chinarono la testa, come avevano fatto da sempre. Lui no: iniziò a frequentare ogni giorno la biblioteca, e si mise a studiare libri di legge, da autodidatta, con l’ausilio solo di un dizionario. Non avendo soldi per comprare i libri, copiò a mano le parti più attinenti al suo caso. Studiò come un pazzo in ogni momento libero, per 14 lunghi anni. Poi fece causa all’azienda che aveva inquinato la sua terra, deciso ad ottenere giustizia per sé e per i suoi vicini.

In questi giorni ha colto il suo primo successo: il giudice gli ha dato ragione. Le famiglie del territorio contaminato potrebbero ricevere circa 96mila dollari di danni. L’azienda ha presentato appello contro la decisione. Non si sa come andrà a finire. "Sapevo che avevo ragione _ ha detto _ ma non sapevo come provarlo. Sono certo che vinceremo. Ma anche se perderemo, continueremo a combattere". Così Wang Enlin continua a studiare. Questa volta però saranno in tanti a seguirlo. Tutti quelli che 15 anni fa dicevano che la sua era una battaglia impossibile.

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