Sembra
impossibile ma...
Questa
è una storia vera. Non
era facile la vita del contadino ai tempi dei nostri nonni: che tu
fossi bracciante in una masseria del Tavoliere, mezzadro in una
fattoria sui colli di Toscana o colono in un cascinale della bassa
padana, ti aspettava poca o punta istruzione, tanto lavoro mal
retribuito e la consapevolezza di dover chinare la testa di fronte
alle immancabili ingiustizie. Speranze di uscire da questa ragnatela
kafkiana: zero.
La
chiave di volta per avviare il cambiamento, un secolo fa come oggi, è
l’istruzione: l’unica arma capace, magari con sacrificio e in
tempi lunghi, di migliorare le cose, di far salire qualche gradino a
chi dalla lotteria della vita è uscito perdente. Lo ha capito bene
Wang Enlin, 60 anni, contadino cinese che nel
villaggio di Yushutun, provincia di Heilongjiang, faceva una vita non
molto diversa da quella dei contadini del “Novecento” di
Bertolucci. Wang lavorava i campi dasempre, ed aveva avuto la
possibilità di frequentare la scuola solo per tre anni. Poi nel 2001
arrivò l’ingiustizia. Era la notte del Capodanno cinese e Wang
stava giocando a carte con gli amici quando la casa, come quelle
intorno e tutti i terreni della zona per miglia e miglia furono
inondati dalle acque di scarico provenienti da una fabbrica vicina
dove si produceva PVC. Il territorio fu invaso da materiali di
scarico altamente inquinanti che rovinarono il raccolto e resero la
terra incoltivabile per anni. Ma un documento ufficiale del 2001
attestò che non vi erano stato effetti a lungo termine. Molti
compaesani di Wang chinarono la testa, come avevano fatto da sempre.
Lui no: iniziò a frequentare ogni giorno la biblioteca, e si mise a
studiare libri di legge, da autodidatta, con l’ausilio solo di un
dizionario.
Non
avendo soldi per comprare i libri, copiò a mano le parti più
attinenti al suo caso. Studiò
come un pazzo in ogni momento libero, per 14 lunghi anni. Poi fece
causa all’azienda che aveva inquinato la sua terra, deciso ad
ottenere giustizia per sé e per i suoi vicini.
In
questi giorni ha colto il suo primo successo: il giudice gli ha dato
ragione. Le
famiglie del territorio contaminato potrebbero ricevere circa 96mila
dollari di danni. L’azienda
ha presentato appello contro la decisione. Non si sa come andrà a
finire. "Sapevo
che avevo ragione _ ha detto _ ma non sapevo come provarlo. Sono
certo che vinceremo. Ma anche se perderemo, continueremo a
combattere". Così Wang Enlin continua a studiare. Questa volta
però saranno in tanti a seguirlo. Tutti quelli che 15 anni fa
dicevano che la sua era una battaglia impossibile.
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