Sembra
impossibile ma…
Questa
è una storia vera. Magari disgustosa, non adatta a stomaci
sensibili, ma vera e ampiamente documentata. Protagonista è un certo
Tarrare, il più grande mangiatore vissuto sul pianeta Terra.
Tarrare nasce nel 1772 nelle campagne di Lione. Fin da bambino mangia in maniera abnorme. I genitori non ce la fanno a mantenerlo, lo cacciano di casa. Lui fa di necessità virtù, e a 17 anni lo troviamo artista di strada a Parigi: la sua specialità? Ingoiare qualunque cibo o oggetto il pubblico gli proponga.
Tarrare nasce nel 1772 nelle campagne di Lione. Fin da bambino mangia in maniera abnorme. I genitori non ce la fanno a mantenerlo, lo cacciano di casa. Lui fa di necessità virtù, e a 17 anni lo troviamo artista di strada a Parigi: la sua specialità? Ingoiare qualunque cibo o oggetto il pubblico gli proponga.
Tre
anni dopo la Francia è in guerra, lui si arruola. Le razioni
militari non gli bastano mai, anche quando gliene danno 4. Fa di
tutto per ottenere cibo, pensa solo a quello, divora avanzi di ogni
tipo e rifiuti. Finisce in ospedale. Dove due medici, Courville e
Percy, iniziano a studiarlo. Gli danno cibo a volontà, lui va avanti
per ore, ne ingerisce quantità incredibili. Eppure è magrissimo,
pesa 45 chili. Perché? Gli esperimenti continuano. Gli danno da
mangiare un gatto vivo. Lui non batte ciglio, beve anche il sangue,
lascia solo le ossa. E allora serpenti, lucertole, un’anguilla che
inghiotte intera.
Ecco
cosa annotano i due medici: quando mangia, la sua pancia si gonfia
come un pallone. Quando è digiuno si sgonfia e la pelle dell’addome
gli pende tanto “da gettarsela alle spalle”. In bocca si può
stipare fino a dieci mele. Tarrare non assimila, ma suda, suda tanto
da creare una nuvola di vapore nauseabondo “miasmi insopportabili a
20 passi di distanza”, e ha intensi attacchi di diarrea, descritti
come “fetidi al di là di ogni concezione”.
Dopo
uno sfortunato tentativo di sfruttare le sue doti come spia, con i
nemici che lo scoprono con una scatola piena di documenti
nell’intestino e gliela fanno “restituire”, Tarrare torna in
ospedale e pur di guarire si sottopone alle cure più improbabili. Ma
la fame aumenta. Arriva a bere il sangue salassato di altri pazienti
e addirittura a nutrirsi dei cadaveri dell'obitorio. Sospettato di
aver mangiato un bambino, viene espulso dall’esercito. Morirà nel
1798, a 26 anni, ridotto a una larva. Il suo disturbo resta un
mistero.
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