sabato 29 febbraio 2020

354 - L'INARRESTABILE VOLO DI GUY LALIBERTE?




Sembra impossibile ma...
Questa è una storia vera. Il protagonista è Guy Laliberté. Che da mangiafuoco e suonatore ambulante di fisarmonica è diventato uno degli uomini più ricchi del pianeta. Ma questo è solo un dettaglio in una vita nel segno delle sfide impossibili.

Da quando, quattordicenne, se ne va di casa, lassù nel Quebec, per inseguire i suoi sogni. Passa l’oceano, arriva a Parigi e si inventa artista di strada. E in mezzo alla folla comincia a collezionare i sogni della gente, a cercare negli occhi di chi l’applaude lungo i boulevard i desideri più nascosti da realizzare. Poi torna in Canada, l’anno è il 1984, e fonda il Cirque du Soleil, l’astronave con cui affronterà l’universo dell’impossibile per realizzare i sogni che ha collezionato in strada. Il Cirque du Soleil è una vera rivoluzione, cambia il volto degli spettacoli circensi. L’idea, come sempre, è semplice, di quelle che poi uno dice “Perché non è venuta in mente a me?”: numeri di circo con una regia teatrale e musica dal vivo.

Integrando circo, teatro, danza, effetti speciali, musica e colori il “Cirque” conquista Las Vegas e diventa una holding dello spettacolo. Oggi l'azienda è la più importante del mondo nel settore dell'intrattenimento con oltre 4000 dipendenti (fra cui 1300 artisti) che allestiscono 8 spettacoli itineranti in tutto il mondo e spettacoli stabili a Las Vegas, Macao, Montreal, New York, Orlando, Dubai e Singapore. In oltre 30 anni di storia gli spettacoli i suoi show sono stati seguiti da 160 milioni di persone in 330 città di 48 diversi Paesi. Nel 2014 Lalibertè vende il Cirque du Soleil per un miliardo e mezzo di dollari mantenendo però una piccola quota con l’obiettivo di continuare a fornire gli “input strategici e creativi”.

Ma Guy Lalibertè non è solo questo. Difficile raccontare in poche righe anche solo gli highlights di una vita come la sua. Ecco giusto qualche flash, in ordine sparso, per rendere l’idea. Secondo Forbes il suo patrimonio si può stimare intorno ai 2.5 miliardi di dollari. Per il suo cinquantesimo compleanno si regala un viaggio di 39 giorni nello spazio su una navicella Sojuz TMA-1. La fa arredare dalla catena Hilton. Un “viaggio-vacanza” che lui definisce "missione poetica nello spazio". È sua abitudine farsi fotografare con il naso da clown, in quanto nonostante sia tra gli uomini più ricchi del mondo, si definisce ancora un pagliaccio. Possiede 4 Ferrari e due aerei privati ed è uno dei 6 uomini al mondo a possedere una barca a vela Zodiac con postazione di atterraggio per elicotteri. A bordo della sua barca subisce un assalto da una banda di pirati che depredano l’imbarcazione e gli rubano “spiccioli” per 300 000 dollari. E’ un giocatore professionista di poker e assiduo frequentatore del Casino de Montreal. Al tavolo verde è considerato uno dei giocatori più perdenti degli ultimi dieci anni: solamente online ha perso più di 15 milioni di dollari, ma ci tiene a far sapere che sono molti di più i soldi persi giocando dal vivo.

E’ anche un grande filantropo e investe moltissimi soldi in opere di bene e per la tutela dell’ambiente. I suoi megaparty fanno notizia, nel bene e nel male. Sono frequentati da leader politici, manager, star di Hollywood, celebrità come Robert De Niro e Paul McCartney, intrattenuti dagli artisti del Cirque du Soleil. E non solo. «Qualsiasi cosa vuoi, è a tua disposizione nelle feste di Guy. Droga, la musica migliore dei Dj più quotati di Europa e America e il sesso più selvaggio che si possa immaginare» racconta una fotomodella che vi ha partecipato. Dopo aver visto un video di un avvistamento UFO ad Ibiza, costruisce una pista d'atterraggio di 20 metri per velivoli extraterrestri nel giardino di casa sua. Nel 2006 viene designato da Ernst & Young Imprenditore dell'Anno. Per i suoi meriti filantropici ed ecologisti è nominato Cavaliere del Quebec, Grande figlio di Montreal, Ufficiale dell’ordine del Canada. Una vita che è tutta una serie di sfide contro l’impossibile. Tutte vinte? Forse no, ma di certo alla fine Guy Lalibertè potrà dire come Pablo Neruda “Confesso che ho vissuto”.


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