domenica 1 marzo 2020

356 - LE BURNNESHE




Sembra impossibile ma...
Questa è una storia vera. Ringrazio Ektor Brahman per la segnalazione e vi porto nei Paesi balcanici per raccontarvi l'incredibile tradizione della burrnesh.

Il termine deriva da “burr – uomo”, declinato al femminile. Si tratta di donne che “decidono” di vestire i panni di un uomo e rinunciare per tutta la vita alla loro identità di genere: indossano vesti maschili e si comportano come uomini, e tali sono considerati socialmente, con doveri e soprattutto diritti che alle donne non sono riconosciuti. L'usanza risale a sei secoli fa ed era praticata in Albania, Kosovo e in tempi più remoti anche in Serbia e in altre regioni balcaniche. Oggi (a quanto pare) la tradizione è scomparsa, ma nella sola Albania sopravvivono ancora almeno 200 vecchie burrneshe.

Nella vecchia società patriarcale una donna non aveva il diritto di vivere da sola. Il “kanun”, codice tradizionale tramandato oralmente (ancora in vigore in alcuni villaggi sulle montagne fra Albania e Kosovo, dove continua a regolare le faide familiari) prevedeva però un'eccezione a questa e alle altre numerose limitazioni della condizione femminile, offrendo alle ragazze la possibilità di modificare il proprio status e di diventare burrnesh. La donna conquistava così il diritto di uscire di casa, frequentare i bar, bere alcolici, fumare, prendere decisioni nella famiglia e in vecchiaia diventare capofamiglia. L’antropologa Antonia Joung spiega nel suo libro “Women who become men: Albanian sworn virgins” i motivi che portavano alla scelta: il fatto che in una famiglia rimanessero, con la morte del padre solo femmine, con la necessità di non disperdere il patrimonio; la fuga da un matrimonio combinato e non gradito; la manifestazione (velata) di tendenze lesbiche da parte della ragazza, o comunque la sua scelta di non sposarsi.

La decisione veniva ratificata con una cerimonia ufficiale davanti ai 12 anziani capi clan e a tutto il villaggio, con un rituale che prevedeva il taglio di capelli, la vestizione con abiti maschili e il voto solenne di castità, condizione indispensabile per il passaggio. Il rito si chiudeva con una sbornia a base di grappa del neo maschio coi 12 anziani. Pashe Keqi, una vecchia burrnesh, ha detto di recente in un'intervista “Essere una donna mi ha permesso di essere un uomo migliore. Se gli altri uomini trattavano male una donna potevo dire loro di smetterla.” Il film Vergine giurata di Laura Bispuri, tratto dal romanzo di Elvira Dones, racconta la storia di una burrnesh.

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