Sembra
impossibile ma...
Questa
è una storia vera. Ringrazio Ektor Brahman per la segnalazione e vi
porto nei Paesi balcanici per raccontarvi l'incredibile tradizione
della burrnesh.
Il
termine deriva da “burr – uomo”, declinato al femminile. Si
tratta di donne
che “decidono” di vestire i panni di un uomo e rinunciare per
tutta la vita alla loro identità di genere: indossano vesti maschili
e si comportano come uomini, e tali sono considerati socialmente, con
doveri e soprattutto diritti che alle donne non sono riconosciuti.
L'usanza risale a sei secoli fa ed era praticata in Albania, Kosovo e
in tempi più remoti anche in Serbia e in altre regioni balcaniche.
Oggi (a quanto pare) la tradizione è scomparsa, ma nella sola
Albania sopravvivono ancora almeno 200 vecchie burrneshe.
Nella
vecchia società patriarcale una donna non aveva il diritto di vivere
da sola. Il “kanun”, codice tradizionale tramandato oralmente
(ancora in vigore in alcuni villaggi sulle montagne fra Albania e
Kosovo, dove continua a regolare le faide familiari) prevedeva però
un'eccezione a questa e alle altre numerose limitazioni della
condizione femminile, offrendo alle ragazze la possibilità di
modificare il proprio status e di diventare burrnesh. La donna
conquistava così il diritto di uscire di casa, frequentare i bar,
bere alcolici, fumare, prendere decisioni nella famiglia e in
vecchiaia diventare capofamiglia. L’antropologa Antonia Joung
spiega nel suo libro “Women who become men: Albanian sworn virgins”
i motivi che portavano alla scelta: il fatto che in una famiglia
rimanessero, con la morte del padre solo femmine, con la necessità
di non disperdere il patrimonio; la fuga da un matrimonio combinato e
non gradito; la manifestazione (velata) di tendenze lesbiche da parte
della ragazza, o comunque la sua scelta di non sposarsi.
La
decisione veniva ratificata con una cerimonia ufficiale davanti ai 12
anziani capi clan e a tutto il villaggio, con un rituale che
prevedeva il taglio di capelli, la vestizione con abiti maschili e il
voto solenne di castità, condizione indispensabile per il passaggio.
Il rito si chiudeva con una sbornia a base di grappa del neo maschio
coi 12 anziani. Pashe Keqi, una vecchia burrnesh, ha detto di recente
in un'intervista “Essere una donna mi ha permesso di essere un uomo
migliore. Se gli altri uomini trattavano male una donna potevo dire
loro di smetterla.” Il film Vergine giurata di Laura Bispuri,
tratto dal romanzo di Elvira Dones, racconta la storia di una
burrnesh.
Nessun commento:
Posta un commento