Sembra
impossibile ma…
Questa
è una storia vera. Una storia dove fortuna e sfortuna giocano a
scacchi, e alla fine, a pensarci bene, non si sa chi vince. Violet
Jessop nasce a Bahia Blanca in Argentina nel 1887. Da bambina si
ammala di tubercolosi, i medici la danno per morta ma contro ogni
previsione si salva. Muore invece il padre, e leicon la madre e 5
fratelli più piccoli è costretta a tornare in Inghilterra. Nel
1908, trova lavoro come cameriera sulle navi della White Star Line.
Fino a qui una storia-feullieton come tante altre a cavallo dei due
secoli. Ma il destino sta per calare un tris.
1911,
Violet è cameriera a bordo dell’Olympic, transatlantico inglese
fiore all’occhiello della White Star Line insieme alle due gemelle,
il Titanic e il Britannic. Il
20 settembre 1911, partita dopo un pesante ritardo, la Olympic viene
speronata a dritta dal vecchio incrociatore Hawke della Royal Navy.
Nella poppa si apre un ampio squarcio. Per fortuna l’incidente
avviene nello stretto del Solent, i passeggeri e l’equipaggio
vengono tutti salvati.
1912,
la cameriera viene assegnata al Titanic. Lei non gradisce la
destinazione, le rotte nel nord Atlantico tempestoso la preoccupano,
e poi è ancora spaventata dall’incidente sull’Olympic. Teme però
il licenziamento, e amici e familiari la consigliano e la
tranquillizzano. Così alle 6 del mattino del 10 aprile scende da una
carrozza sul molo di Southampton e si imbarca sul Titanic. Che 5
giorni dopo si schianta su un iceberg e fa naufragio. Muoiono 1518
fra passeggeri e personale di bordo, si salvano in 705. Violet è fra
questi.
1916,
la ragazza, sconvolta si è rifatta una vita. Ha un nuovo lavoro:
infermiera. Nel 1914 è scoppiata la grande guerra. Il Britannic,
l’altro gemello del Titanic, è stato riconvertito in
nave-ospedale. E indovinate dove viene destinata Violet Jessop? C’è
la guerra, non si può stare a discutere. Così il 21 novembre lei è
a bordo quando alle 8,16 la nave urta una mina navale tedesca nel mar
Egeo, e affonda in 55 minuti. I morti qui sono 30, Violet è fra i
superstiti. Morirà a Great Ashfield, ben lontano dal mare, nel 1971.
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