martedì 10 marzo 2020

387 - L'ANGELO DEL SILENZIO




Sembra impossibile ma…
Questa è una storia vera. Marcel Mangel nasce nel 1923 a Strasburgo da una famiglia ebrea. L’occupazione nazista lo costringe a rifugiarsi a Limoges quando ha poco più di 16 anni. Il padre, catturato, finirà i suoi giorni a Auschwitz. Lui riesce a fuggire grazie a documenti falsi. Si unisce alla Resistenza con l’FTP (Francs tireurs et partisans). La conoscenza di inglese e tedesco lo rende adatto a missioni importanti, come tenere i collegamenti col generale americano Patton. Ma a salvargli più volte la vita sono le sue capacità istrioniche. Come quando si imbatte in 30 soldati tedeschi e riesce a metterli in fuga usando la mimica per fingere di essere l’avanguardia di truppe francesi; o quando ricercato a Parigi, viene fermato dalla Gestapo nella metropolitana: lui non mostra paura, interpreta il ruolo di un innocente operaio, e viene rilasciato.

Ma il suo capolavoro lo mette in scena nel 1944. In un orfanotrofio alle porte di Parigi centinaia di orfani ebrei stanno per essere avviati ai campi di sterminio. Marcel impersona un capo boy-scout e finge di accompagnare un gruppo numeroso di bambini a una gita in montagna. Affascinato da Charlot e dal cinema muto, inventa una pantomima per tener tranquilli i bambini, e finge che sia tutto un gioco. Non vi ricorda niente? Chissà se il Benigni di “La Vita è bella” conosceva la storia di Mangel. Con questo stratagemma li porta tutti in salvo in Svizzera. Un’impresa che ripeterà ben tre volte.

Finisce la guerra, e Marcel si scopre artista. La sua prima esibizione è nel 1944 davanti a 3000 soldati americani. Poi studia mimo, e nel 1947 nasce Bip, il suo personaggio più noto. In pochi anni diventerà celebre in tutto il mondo, si esibirà nei più importanti teatri, inventerà uno stile inconfondibile di mimo e passi mitici come il “moonwalk”. Il tutto col nome d’arte di Marcel Marceau. Che fino al 2001, quando riceverà la medaglia Raoul Wallenberg, non parlerà dei suo passato eroico. "Chi è tornato dai Campi di sterminio – dirà - non riusciva a parlarne. Mi chiamo Mangel. Sono ebreo. Forse da questo nasce la mia scelta del silenzio”.



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