Sembra
impossibile ma...
Questa
è una storia vera. Ringrazio Vito Gattullo, straordinario mentalista
che su questa trama ha costruito un capolavoro dello storytelling, e
vi riporto indietro di poco più di un secolo: aprile, un
transatlantico in viaggio fra il Regno Unito e New York urta un
iceberg e cola a picco: è la nave passeggeri più grande del mondo,
definita inaffondabile, al suo viaggio inaugurale. I passeggeri
cercano scampo, ma le scialuppe di salvataggio sono insufficienti per
tutti, e più di metà di loro perde la vita. Domanda: mi sapete dire
in una parola di quale naufragio stiamo parlando? Titanic? Risposta
sbagliata. Quella che vi ho sintetizzato è la trama del racconto
breve “Futility – Il naufragio del Titan” di Morgan Robertson,
pubblicato nel 1898. Già, 14 anni prima della tragedia del Titanic.
Vediamo
nel dettaglio le similitudini, oltre al nome, fraTitanic e Titan. Il
primo è lungo 269 metri, il secondo 243: le due navi sono
interamente d’acciaio, con tre eliche e due alberi, sono le
più grandi navi passeggeri mai costruite, considerate inaffondabili;
entrambe possono trasportare 3.000 passeggeri, il Titanic ha una
stazza di 45.000 tonnellate e 46.000 cavalli-vapore, il Titan di
46.328 e 40.000 cavalli-vapore; entrambe le navi iniziano il loro
viaggio fatale in aprile sulla rotta fra l'Inghilterra e New York e
urtano un iceberg a prua intorno a mezzanotte nello stesso tratto di
mare viaggiando una a 22,5 nodi, l'altra a 25: le lance (20 sul
Titanic, 24 sul Titan) si rivelano insufficienti e le vittime sono
migliaia. Questi i fatti. Tutte coincidenze? Un po' troppe. E allora?
Robertson era un veggente? Lascio la parola al Comitato per il
controllo delle affermazioni sul paranormale (Cicap) che ha esaminato
a fondo la vicenda.
Morgan
Robertson, figlio del comandante di una nave e lui stesso marinaio
per 10 anni, è un esperto di navi e vita marinara. A fine ottocento
immagina e scrive un'avventura centrata sul più grande disastro
marino della storia, con la più grande nave da crociera concepibile
per quel tempo. Voi come chiamereste un colosso d'acciaio di quel
tipo? Beh, Titan rende l'idea. Da esperto di tecniche di costruzione
navale, le attribuisce poi dimensioni enormi ma plausibili. Cosa
avrebbe potuto affondare in periodo di pace quel gigante del mare? Un
iceberg altrettanto grande, anche perché lo scrittore sa bene che
ogni anno qualche nave si scontra con iceberg nell’Atlantico del
nord (è già capitato a due transatlantici, il Pacific nel 1856 e
l'Arizona nel 1897). Il periodo, aprile, coincide con quello di
maggior probabilità d incontrare un iceberg, e lo scontro di lato è
quello che arreca maggior danno alla nave; quella della carenza di
lance di salvataggio poi è una cattiva abitudine molto sentita
all’epoca, e ha già fatto numerose vittime.
Infine
sul New York Times nel 1892, 6 anni prima dell'uscita del romanzo di
Robertson, si legge: “La compagnia White Star ha commissionato la
costruzione di una nave da crociera per l’Atlantico che batterà
ogni record di misura e velocità, battezzata Gigantic; sarà lunga
213 metri circa e avrà 45.000 cavalli vapore; potrà viaggiare a 22
nodi l’ora, avrà tre eliche e salperà nel marzo 1894”. Il
Gigantic non prenderà mai il mare, ma l'idea e i dati (questi e
altri) potrebbero esser stati preziosi per Robertson. Questi i fatti,
i pro e i contro: poi, naturalmente, ognuno è libero di pensarla
come vuole.
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