Sembra
impossibile ma...
Nesyamun,
un sacerdote egizio vissuto tremila anni fa, è tornato a parlare: la
sua mummia è stata utilizzata da un gruppo di studiosi per
ricostruirne la gola e la laringe, e da queste il suono della sua
voce.
I
resti mummificati sono conservati da due secoli al Leeds City Museum;
precedenti studi avevano accertato che Nesyamun era morto intorno ai
55 anni, aveva gengive malate e denti consumati, ma il corpo era in
gran parte in ottimo stato di conservazione. E' proprio questo che ha
portato il professor David Howard dell’Università di Londra a
mettere insieme un team di ricercatori per verificare la possibilità
di ricostruirne il tratto vocale. Lo studio, descritto su Scientific
Reports, è iniziato con una tac della bocca e della gola, che ha
mostrato i tessuti molli praticamente intatti grazie al processo di
mummificazione. Il passo successivo è stato la realizzazione di una
versione stampata in 3D con misure estremamente precise del tratto;
il modello ottenuto è stato collegato con una laringe elettronica
che ha permesso di sintetizzare e riprodurre un singolo suono di
quella che era la voce di Nesyamun simile al suono vocalico di una
“e” aperta. Qualcosa di simile fu fatto nel 2016 a Bolzano coi
resti di Otzi l'uomo del Similaun; in quel caso però i ricercatori
usarono la scansione TC del suo tratto vocale per ottenere una
rappresentazione virtuale digitale di come avrebbe potuto essere.
Ricerche di questo genere potrebbero gettare le basi per riascoltare
voci di persone vissute nel passato.
Tornando
a Nesyamun, il suo tratto vocale era in ottime condizioni ma privo
dei muscoli linguali, fondamentali per il linguaggio. “Di certo non
si può parlare al momento di far parlare la mummia - dice Howard -
ma ritengo che sia assolutamente plausibile pensare di riuscire a
produrre parole quanto più simili a come le avrebbe pronunciate”.
Si tratta di stimare
caratteristiche come le dimensioni e il movimento della lingua, o la
posizione della mascella. L'obiettivo è far pronunciare davvero a
Nesyamun le antiche parole scritte sul suo sarcofago: in vita il
sacerdote cantava parole di culto nel tempio di Karnak a Tebe, e le
iscrizioni riportano le sue preghiere a Nut, antica dea egizia del
cielo, e il desiderio che la sua voce che innalzava lodi alla dea
fosse ascoltata per sempre.
“In
un certo senso – ha detto Howard - siamo riusciti a realizzare quel
desiderio”. E se in futuro Nesyamun ritroverà la parola, la sua
mummia potrebbe recitare per i visitatori del museo preghiere
dedicate a Nut.
Intanto, per sentire il timbro di voce del sacerdote egizio, seguite
il link.
Nessun commento:
Posta un commento