domenica 15 marzo 2020

392 - UNA VOCE DALL'OLTRETOMBA





Sembra impossibile ma...
Nesyamun, un sacerdote egizio vissuto tremila anni fa, è tornato a parlare: la sua mummia è stata utilizzata da un gruppo di studiosi per ricostruirne la gola e la laringe, e da queste il suono della sua voce.

I resti mummificati sono conservati da due secoli al Leeds City Museum; precedenti studi avevano accertato che Nesyamun era morto intorno ai 55 anni, aveva gengive malate e denti consumati, ma il corpo era in gran parte in ottimo stato di conservazione. E' proprio questo che ha portato il professor David Howard dell’Università di Londra a mettere insieme un team di ricercatori per verificare la possibilità di ricostruirne il tratto vocale. Lo studio, descritto su Scientific Reports, è iniziato con una tac della bocca e della gola, che ha mostrato i tessuti molli praticamente intatti grazie al processo di mummificazione. Il passo successivo è stato la realizzazione di una versione stampata in 3D con misure estremamente precise del tratto; il modello ottenuto è stato collegato con una laringe elettronica che ha permesso di sintetizzare e riprodurre un singolo suono di quella che era la voce di Nesyamun simile al suono vocalico di una “e” aperta. Qualcosa di simile fu fatto nel 2016 a Bolzano coi resti di Otzi l'uomo del Similaun; in quel caso però i ricercatori usarono la scansione TC del suo tratto vocale per ottenere una rappresentazione virtuale digitale di come avrebbe potuto essere. Ricerche di questo genere potrebbero gettare le basi per riascoltare voci di persone vissute nel passato.

Tornando a Nesyamun, il suo tratto vocale era in ottime condizioni ma privo dei muscoli linguali, fondamentali per il linguaggio. “Di certo non si può parlare al momento di far parlare la mummia - dice Howard - ma ritengo che sia assolutamente plausibile pensare di riuscire a produrre parole quanto più simili a come le avrebbe pronunciate”. Si tratta di stimare caratteristiche come le dimensioni e il movimento della lingua, o la posizione della mascella. L'obiettivo è far pronunciare davvero a Nesyamun le antiche parole scritte sul suo sarcofago: in vita il sacerdote cantava parole di culto nel tempio di Karnak a Tebe, e le iscrizioni riportano le sue preghiere a Nut, antica dea egizia del cielo, e il desiderio che la sua voce che innalzava lodi alla dea fosse ascoltata per sempre.
 
In un certo senso – ha detto Howard - siamo riusciti a realizzare quel desiderio”. E se in futuro Nesyamun ritroverà la parola, la sua mummia potrebbe recitare per i visitatori del museo preghiere dedicate a Nut. Intanto, per sentire il timbro di voce del sacerdote egizio, seguite il link.



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