giovedì 19 marzo 2020

396 - UN SOGNO AFRICANO




Sembra impossibile ma...
Nel cuore dell’africa c’è un piccolo mondo che sembra uscito dalla fantasia di un John Lennon. “Imagine there's no countries - it isn't hard to do - nothing to kill or die for - and no religion, too...”. Si chiama Awra Amba, ci vivono 514 persone. E' piccolo. Ma c'è.

L'ha inventato Zumra Nuru. A sentire lui, la sua “Imagine” ha cominciato a costruirla quando non aveva neanche 4 anni. Gli altri bimbi giocavano fra le pozzanghere davanti casa, e lui parlava di pace e di fratellanza, coi familiari che alzavano sconsolati gli occhi al cielo, “questo è scemo”. Almeno, così la racconta lui.

Non so se è tutto vero, se Zumra Nuru a 4 anni aveva già iniziato a sognare e a farsi dire “questo è scemo”. Quello che è certo è che lui poi il suo sogno l’ha realizzato, lo puoi vedere coi tuoi occhi imboccando la statale B22 verso il lago Tana, nel nord dell'Etiopia, e deviando a sinistra quando sei a una settantina di chilometri da Bahar Dar.

Appena imbocchi lo sterrato vedi che qualcosa nel paesaggio cambia: è tutto un po' più ordinato, un po' più pulito. Ed ecco Awra Amba, case povere ma dignitose, strade non asfaltate ma niente fango, niente sporcizia.

Zumra Nuru lo trovi che ti aspetta nella piazzetta del villaggio, seduto sotto gli alberi. Ti accoglie a braccia aperte, ti chiama fratello. La prima cosa che ti colpisce è quel buffo copricapo verde pisello. Anzi no, è la seconda: la prima è lo sguardo buono e profondo con cui cerca i tuoi occhi. E quel carisma tranquillo che neanche il buffo copricapo verde riesce a scalfire.

Poi, con un suo collaboratore, ti porta a visitare il villaggio, ogni angolo del villaggio. Non servono molte parole: abitazioni semplici ma ordinate e linde, donne che lavorano ai telai in un capannone luminoso, uomini che seminano i campi, mucche al pascolo, e poi le cucine comuni, un piccolissimo ospedale, la casa degli anziani, la scuola con i bambini. Istruzione, salute, terza età: servizi ai confini della realtà e oltre per gli standard africani. Tutto pulito, tutto ordinato, tutto luminoso.

E' come avere una visione, una Shangri-La che ti appare in un fascio di luce. Perché a pochi, pochissimi chilometri hai appena lasciato l’Africa povera e dannata, brutta sporca e maledetta da Dio, con le sue capanne di legno, di fango e di lamiera arrugginita, con gli sguardi rassegnati di gente di ogni età che passa giornate una uguale all'altra fatte di fame, di miseria, di malattie. Awra Amba è una bolla di sapone nell’acqua sporca.

Una bolla dove vivono 514 persone. I 514 discepoli di Zumra Nuru, quelli che in questi anni hanno deciso di sognare con lui. Che di anni ne aveva 13 quando nel 1960, decise di lasciare la regione dell’Amhara, dove era nato e cresciuto, e dove la gente guardava, quel bimbo così strano e così diverso dagli altri, e scuoteva la testa.

Zumra Nuru cerca gente come lui, gente che condivida le sue idee. Come quella strana idea che da queste parti e da molte parti nel mondo suona come una bestemmia: vivere in pace tutti insieme, cristiani e musulmani, e gente di ogni razza e di ogni religione.

Cinque anni sulle strade polverose dell’Etiopia e nessun risultato, poi il ritorno a casa. Non lo accolgono bene, la gente lo evita, i familiari ormai sono sicuri: è matto. Lui allora riparte, non molla. Finché alla fine, chissà come, un pugno di disperati disposto a seguirlo lo trova. Sognare tutti insieme è più facile: si-può-fare! Zumra Nuru e i suoi discepoli si rimboccano le maniche, e nel 1972 nasce Awra Amba.

La voce si sparge, la gente comincia ad arrivare, uomini, donne, le prime famiglie. Ma quali sono le regole da seguire per vivere ad Awra Amba? Si contano sulle dita di una mano. Eccole:

1 - Tutti gli individui sono fratelli aldilà di qualunque differenza sociale o religiosa

2 - Eguaglianza fra uomo e donna

3 - Rispetto dei diritti dei bambini

4 - Sostegno agli anziani e ai più deboli

5 - Lavoro per tutti e cooperazione nel segno della pace e dell’amore.

Detto così sembra facile.

Non lo è per niente. Awra Amba negli anni successivi vivrà momenti difficili, rischierà di essere cancellata. Ti risparmio gli ostacoli, le trappole, le sfide superate per sopravvivere. Che sono tante. Quelle se vuoi te le racconta la gente di Awra Amba se li vai a trovare, ma non ti aspettare rabbia o rancori, te le racconta con calma, con lo sguardo tranquillo di chi ha passato il temporale e ora ha trovato il sereno.

Zumra Nuru mi guarda negli occhi mentre risalgo sul fuoristrada, “ciao fratello”. Lo vedo rimpicciolire nello specchietto retrovisore col suo buffo turbante verde, col suo sguardo buono e profondo, con un sorriso che non è un sorriso, mentre in testa John Lennon mi suona il suo mantra, “You may say i'm a dreamer...”. Già. Tu puoi dire che sono un sognatore. Il mondo può dire che sono solo un sognatore. Ma intanto Awra Amba c’è.


 
 

 




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