giovedì 19 marzo 2020

400 - IL NASO DELL'ASTRONOMO




Sembra impossibile ma…
Questa è una storia vera. Il corpo di Tycho Brahe, il più grande fra gli astronomi prima dell’avvento del telescopio, è stato riesumato. Gli esami delle spoglie hanno svelato il mistero sulle cause della sua morte: lo scienziato non fu, come si credeva, avvelenato con il mercurio. Rilevato sì, ma non in concentrazioni sufficienti per ucciderlo. Confermata invece la versione ufficiale. La più incredibile.

Brahe nasce nel 1546 a Knutstorp nel regno di Danimarca, da una famiglia nobile e ricchissima. La sua vera passione fin da ragazzo è l’astrologia, e gli studi astronomici all’inizio gli servono solo a misurare le effemeridi. Anche quando sarà il più grande astronomo del pianeta, continuerà a leggere il futuro e a fare oroscopi, oltre a interessarsi di alchimia. Il re Federico II gli dona l’isola di Hven dove realizza Uraniborg, una città-osservatorio dove avvia programmi di ricerca che farebbero l’invidia della Nasa, senza limiti di spesa. In questo periodo non si contano gli aneddoti su Brahe, che gestisce Uraniborg come un regno autonomo di cui è il sovrano: fra le stranezze che si raccontano, oltre alla movimentata vita sessuale, l’amicizia con un nano a suo dire capace di leggere il futuro, che trasforma in buffone di corte, e la cura per un grosso alce che tiene come animale domestico, e in compagnia del quale ama ubriacarsi.

Ma la storia più singolare è quella che riguarda il suo naso: a 20 anni Brahe, studente all’università di Rostock, litiga con un nobile danese, tale Parsbjerg, su chi dei due è il miglior matematico. Finisce con un duello, e con un colpo di spada che gli porta via di netto il naso. L’astronomo sarà costretto per tutta la vita a portare una protesi fatta di metalli nobili. Che tiene incollata al moncherino con una speciale pasta di sua invenzione. Da qui la teoria di un lento autoavvelenamento involontario, causato dall’impasto a base di mercurio. Ipotesi smentita dalle recenti analisi. Che confermano le reali cause della morte, narrate a suo tempo dal più famoso fra i suoi allievi: Keplero. Anno 1601. Brahe ha 55 anni, ed è ospite a un banchetto reale. Gli scappa di fare la pipì, ma alzarsi da tavola prima che si alzi il re è maleducazione. Lui rispetta l’etichetta, stringe i denti, resiste. Finché gli scoppia la vescica. Seguono 11 giorni di agonia e dolori atroci. Durante i quali detta il suo epitaffio: “Visse come un saggio, morì come uno stupido“. Poi la fine.
Guarda i video con la vita e le scoperte del grande astronomo. 
 

 

 

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