Sembra
impossibile ma…
Un
medico russo durante una spedizione in Antartide fu costretto ad
eseguire un intervento entrato negli annali di storia della
chirurgia: un appendicectomia su se stesso. L’incredibile storia mi
è stata segnalata da Giovanni Pelosini, che ringrazio.
Leonid
Ivanovič Rogozov nasce a Oblast' di Čita, un villaggio della
Siberia Orientale, nel 1934. Il padre muore nella Seconda guerra
mondiale. Nel 1953 entra all'Accademia Statale di Medicina Pediatrica
di San Pietroburgo. Nel 1959 inizia il tirocinio per specializzarsi
in chirurgia, ma nel settembre 1960, a 26 anni, interrompe gli studi
per partecipare alla Sesta Spedizione Antartica Sovietica. Per due
anni, fino all'ottobre 1962, lavora alla Stazione Novolazarevskaya in
Antartide, medico in un team di 13 ricercatori.
Il
29 aprile 1961 Rogozov avverte i primi sintomi di un'appendicite in
stato avanzato. In poche ore le sue condizioni si aggravano. Mirny,
la stazione antartica più vicina, è lontana mille miglia (e non è
un modo di dire), non ci sono aerei e comunque le condizioni meteo
non permetterebbero il decollo. Il medico non ha scelta: o si opera
da solo, o muore. L'intervento inizia alle 22 del 30 aprile. Un
autista e un meteorologo gli passano gli strumenti chirurgici e
reggono uno specchio per permettergli di vedere ciò che sta facendo.
Rogozov pratica un taglio di 10 centimetri. “Era difficile vedere –
racconterà - lo specchio aiuta, ma ostacola anche, e mostra le cose
al contrario. Ho lavorato principalmente con il tatto. Aprendo il
peritoneo ho danneggiato l’intestino cieco e ho dovuto ricucirlo.
Diventavo sempre più debole, la mia testa iniziava a girare, avevo
la nausea. Ogni 4-5 minuti dovevo riposare per 20-25 secondi.
Asportare l’appendice è stato il momento peggiore: ho pensato che
stava andando a finire male, sentivo le mani come fossero di gomma.
Con un ultimo sforzo l’ho rimossa. E mi sono reso conto che, in
fondo, mi ero già salvato”. Quando dà l’ultimo punto di sutura,
è mezzanotte. Nei 5 giorni successivi calano il dolore e la febbre,
dopo altri due giorni rimuove i punti di sutura. L’intervento è
riuscito. Due settimane dopo, Rogozov riprende a lavorare.
A
fine 1962 torna a Leningrado e completa il dottorato; negli anni
successivi lavora in diversi ospedali, poi per 15 anni dirige il
dipartimento di Chirurgia dell'Istituto di Pneumologia. Muore nel
2000 per un cancro al polmone.
Nessun commento:
Posta un commento