Sembra
impossibile ma…
Pinocchio,
uno di quei libri di cui pensiamo di sapere tutto, riserva invece
mille sorprese. Come il finale, che era completamente diverso. “La
storia di un burattino” esce a puntate sul “Giornale per bambini”
nel 1881. Per l’autore Carlo Lorenzini detto Collodi è “una
bambinata”. L’ottava puntata è annunciata come ultima. Si chiude
col Gatto e la Volpe che impiccano Pinocchio: “Oh babbo mio! se tu
fossi qui! E non ebbe fiato per dir altro. Chiuse gli occhi, aprì la
bocca, stirò le gambe e, dato un grande scrollone, rimase lì come
intirizzito”. Fine. I lettori protestano in massa, l’editore
costringe Collodi ad andare avanti. Impiegherà altri due anni per
completare l’opera. Che oggi è al numero 33 nella classifica
mondiale dei libri più letti, tradotta in 240 lingue, con oltre 35
milioni di copie vendute.
In
molti sostengono che non si tratta di un libro per ragazzi, ma di
un’allegoria rivolta agli adulti. Una tesi tanto seria che
Pinocchio è conteso fra massoneria (di cui secondo alcuni Lorenzini
avrebbe fatto parte, anche se non risulta fra gli affiliati
dell’epoca) e chiesa cattolica. L’interpretazione esoterica
conterrebbe numerosi elementi simbolici appartenenti all'antica
tradizione magica. L’intera vicenda sarebbe la storia di
un'iniziazione: un burattino che aspira a trovare la sua anima. Così
Pinocchio (mix di ghiandola pineale e occhio) sarebbe
l’uomo alla ricerca della verità, Mangiafuoco il potere temporale,
Lucignolo richiamerebbe Lucifero, il Gatto e la Volpe le passioni del
corpo che distraggono dalla via per la Conoscenza, la Fata Turchina
l'archetipo della Grande Madre.
I
fan della lettura cattolica invece ricordano che Lorenzini dopo aver
fatto il seminario e aver seguito lezioni di filosofia dai padri
Scolopi, era tanto addentro alle cose della Chiesa da ottenere una
rarissima dispensa per poter leggere i libri messi all'Indice. Per
loro “Pinocchio
è la narrazione della fuga della creatura dal Creatore e del
ritorno”. Il cardinale Giacomo Biffi nel suo libro “Contro
maestro Ciliegia” rilegge le vicende del burattino in parallelo con
la storia della salvezza: secondo lui ad esempio Geppetto è il
creatore che vuol essere padre, Pinocchio combatte col male interno
(lui sa qual è il suo bene ma disobbedisce) e quello esterno (Gatto
e Volpe, intelligenze malefiche più astute di lui), e un duplice
destino attende Lucignolo, che rimane asino e muore, e Pinocchio, che
si salva per intervento della Fata Turchina, ovvero la grazia che dà
nuova vita.
Guarda i video con la prima edizione a stampa del 1883 di Pinocchio, con le illustrazioni di Enrico Mazzanti, e la biografia di Carlo Lorenzini.
Un “Giornale per bambini” nel 1881?
RispondiEliminaAl massimo per i PICCOLI del REGNO!
Perché precisa che il burattino è di legno?
Ma il burattino non è quello in cui si infila la mano e lo si comanda dal di dentro?
Di versi a mente dalla Marie o nette che hanno i fili per comanfarli dall'alto.
E poi, non si rende grazie a chi morì in un asino?
Colui che lo portò a conoscere il male?