Sembra
impossibile ma...
L'Unione
Sovietica, che aveva un grosso debito con la Pepsi Cola, in mancanza
di rubli ha pagato con una flotta di navi da guerra; e per qualche
tempo l'azienda produttrice di bibite è stata la sesta potenza
militare del mondo per numero di sottomarini.
Grazie
a Antonella Freschi vi racconto una delle storie più incredibili
della guerra fredda. Anno 1959. Il Presidente americano
Eisenhower, nel tentativo di sponsorizzare l'”american way of live”
organizza a Mosca l’Esposizione americana, e invia il vice
presidente Nixon per presentarla. Fra i vari prodotti, il leader
sovietico Khrushchev mostra di apprezzare molto la Pepsi (una foto
diventata storica fissa il momento dell'assaggio davanti a Nixon). Un
gradimento che i vertici dell'azienda di bibite non dimenticheranno:
13 anni dopo Nixon è presidente, e spiana la strada a un accordo che
porta la Pepsi, attesissima, sul mercato sovietico. Ma il rublo non
può essere cambiato sul mercato internazionale. E allora? Si decide
per uno scambio con la Wodka più famosa, quella inventata dal
chimico Mendeleev, la Stolichnaya.
Affare
fatto: per 17 anni fiumi di Wodka piovono sugli States, fiumi di
Pepsi sull'Urss. Anno 1989. il mondo è cambiato. L'Unione Sovietica,
che due anni dopo sparirà, è in bolletta. Il superalcolico non
basta più a ripagare la bibita, amatissima dai ragazzi russi.
Mancano tre milioni di dollari. La cassaforte dell'impero sovietico è
vuota. O meglio, resta solo un enorme e ormai superato arsenale
militare. Così agli americani arriva l'incredibile proposta: una
flotta di navi diesel in cambio di Pepsi. Non c'è alternativa,
l'azienda rischia di rimetterci tutti i soldi investiti. E accetta.
Al posto della Wodka arrivano a Purchase, sede della Pepsi Cola, 17
sottomarini, un incrociatore, una fregata, un cacciatorpediniere e
numerose petroliere. Mesi dopo saranno rivenduti come rottami da
riciclare a una compagnia svedese. Ma per qualche tempo la Pepsi è
stata la sesta potenza del mondo per numero di sottomarini posseduti.
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