lunedì 20 aprile 2020

467 - IL DITO MEDIO DI GALILEO




Sembra impossibile ma…
Esposta in un museo fiorentino c’è un’urna di vetro che contiene un dito medio alzato: con ogni probabilità un oltraggio neanche troppo velato ai detentori del potere. Siamo a Firenze, al museo Galileo di Storia della scienza. Il dito è quello della mano destra del grande astronomo. E’ lì dal 1927, dopo due secoli in bella mostra fra Biblioteca Laurenziana e Museo della Fisica.

Era stato prelevato e messo sotto vetro nel 1737, quando la salma dello scienziato fu traslata in Santa Croce su iniziativa di Vincenzo Viviani, il suo ultimo discepolo. Celebra Galileo “eroe e martire della scienza”, processato dalla Chiesa per eresia. Sarà riabilitato solo nel 1992. «È questi il dito, onde la mano illustre - del Ciel scorse segnando i spazi immensi - e nuovi astri additò» si legge sulla base in marmo della teca. Già, ma che senso ha usare il medio per “additare gli astri”? Di solito si usa l’indice. Cos’è allora quel medio alzato da quasi tre secoli, se non uno sberleffo all’oscurantismo?

Dice: ma il medio alzato non è un’offesa tutta americana entrata in uso solo negli anni ottanta grazie ai film di Hollywood? Macchè, niente di più falso. Diciamo che in Italia era stato soppiantato dal più colorito gesto dell’ombrello. In realtà è un insulto antichissimo: Giulio Polluce, vissuto ai tempi di Commodo, scrive che gli Attici lo chiamavano Katapygon, che significa anche “persona perversa”; e del medio alzato per offendere parlano Diogene Laerzio e Giovenale, mentre Isidoro di Siviglia nomina il terzo dito “impudicus” e Persio “digitus infamis”. Insomma, l’origine è greco-romana.

Curiosa la genesi della “variante” dei Paesi anglosassoni, dove oltre al medio alzano l’indice col dorso della mano rivolto all'offeso: Guerra dei 100 anni fra francesi e inglesi. L’arma più temuta di questi ultimi sono gli arcieri. Che per scoccare le loro frecce usano indice e medio. Ogni volta che i francesi catturano un arciere, gli amputano le due dita. Così prima della battaglia gli arcieri inglesi scherniscono i nemici mostrando loro le due dita che sì, sono al loro posto, pronte a fare il loro letale lavoro. Poi 5 secoli dopo arriva Winston Churchill, allarga un po’ le dita, gira il palmo verso l’esterno, ed ecco la V di Victory: potenza del linguaggio dei gesti.
Guarda i video: il primo racconta la storia del dito medio alzato, nel secondo Caparezza canta la sua "Il dito medio di Galileo".
 
 
 
 
 
 
 


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