lunedì 4 maggio 2020

474 - LE CASCATE DI SANGUE




Sembra impossibile ma…
C’è una cascata di sangue alta più di 20 metri che sgorga dalla parete candida di un ghiacciaio. A dire il vero non è proprio sangue, ma il colore è quello, e la visione è alquanto macabra, oltre che sorprendente. Immaginate cosa deve aver pensato l’esploratore australiano Griffith Taylor, uno dei sopravvissuti della spedizione in Antartide di Scott, quando nel 1911 avvicinandosi all’immenso ghiacciaio antartico a cui darà il nome avvistò l’inquietante cascata rossa. Appurato, penso con un certo sollievo, che il liquido non era sangue ma acqua scarlatta, il geologo segnalò la scoperta. Ma il fenomeno rimase senza spiegazione.

Un mistero destinato a durare ben 106 anni, finché pochi mesi fa è arrivata la soluzione. Che ha aperto nuovi scenari, e ha condotto alla scoperta di un vero mondo perduto, se possibile ancor più misterioso e intrigante delle cascate di sangue. A risolvere l’enigma è stato un team congiunto di scienziati della University of Alaska Fairbanks e del Colorado College. Fino al 2003 la comunità scientifica era convinta che l'effetto fosse prodotto da alghe rosse. Delle quali però non c’era traccia. La nuova ricerca ha appurato che l’effetto sangue deriva dalle alte dosi di ferro contenuta dall’acqua, che si ossida all’istante a contatto dell’aria, quando fuoriesce. L’acqua fra l’altro è anche molto salata. Ma da dove arriva?

Ed eccoci alla seconda straordinaria scoperta, fatta grazie a un Radio-eco-sounding. Nascosto a 400 metri di profondità sotto al ghiacciaio c’è un enorme lago salato sotterraneo, vecchio di oltre un milione e mezzo di anni, le cui acque contengono alte dosi di ferro. Il lago è isolato dal mondo esterno da milioni di anni e fa parte un sistema idraulico che scorre con un proprio ciclo mai visto sul pianeta che ne ha scongiurato il congelamento per milioni di anni. Una sorta di capsula del tempo che ha preservato un ecosistema microbico diverso da ogni altro e consente agli scienziati di studiare il prodotto di un processo evolutivo unico. I risultati potrebbero spostare verso l’alto l’asticella delle condizioni in cui la vita può esistere, sulla Terra come in altri pianeti.
 

 
 


1 commento:

  1. Favoloso, il nostro mondo è una tavolozza di colori, di profumi, di immagini che toccano il cuore. Si salverà e noi non ci saremo più.

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