Sembra
impossibile ma…
A
Filadelfia una donna è stata arrestata e condannata per shopping
compulsivo; già, grazie alle sindromi del terzo millennio anche la
legge ha dovuto aggiornare il vecchio furto continuato. Ricordate “I
Love Shopping”, il bestseller di Sophie Kinsella (da cui è stato
tratto un film) che racconta l’ossessione per gli acquisti di una
giornalista che la porta a indebitarsi con amici e parenti? Betty
Jean Barachie, ex direttrice dell’agenzia di Leighton di un’azienda
finanziaria della Pennsylvania, ha fatto di più e meglio, ma senza
lieto fine.
In
8 anni la donna ha speso un milione e mezzo di dollari con la carta
di credito del titolare dell’azienda. Cosa ha comprato? Circa 1.500
articoli: centinaia di paia di scarpe, 58 soprabiti, borse, orologi,
oltre 3000 libri, una piscina, un trattore, 16 motoseghe oltre a
pagarsi viaggi a Las Vegas e Atlantic City per giocare d’azzardo.
L’azienda
ha chiuso per insolvenza. La donna si è scusata: “Ho pensato anche
al suicidio a causa della mia incapacità di smettere di spendere
soldi”. Il giudice l’ha condannata a 27 mesi di carcere. La
maggior parte degli articoli acquistati non sono mai stati usati, li
teneva ammucchiati in casa coi cartellini ancora attaccati. Negli
ultimi anni nel mondo (ma solo nei Paesi più ricchi) si sono
registrati diversi casi del genere, per quanto meno eclatanti. Prima
dei libri della Kinsella di shopping compulsivo si parlava al più
negli studi di psicanalisti sulla cresta dell’onda. Ora è cronaca.
Chissà perché, mi viene in mente quella vecchia poesia di Trilussa:
“Quanno
che senti di' cleptomania - è segno ch'è un signore ch'ha rubbato:
- er ladro ricco è sempre un ammalato - e er furto che commette è
una pazzia. - Ma se domani è un povero affamato - che rubba una
pagnotta e scappa via - pe' lui nun c'è nessuna malatia - che
j'impedisca d'esse condannato! - Così va er monno! L'antra settimana
- che Teta se n'agnede cór sartore - tutta la gente disse: “È una
puttana”. - Ma la duchessa, che scappò in America - cór
cammeriere de l'ambasciatore, - “Povera donna! - dissero - È
un'isterica!”.
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