giovedì 7 maggio 2020

485 - I LOVE SHOPPING




Sembra impossibile ma…
A Filadelfia una donna è stata arrestata e condannata per shopping compulsivo; già, grazie alle sindromi del terzo millennio anche la legge ha dovuto aggiornare il vecchio furto continuato. Ricordate “I Love Shopping”, il bestseller di Sophie Kinsella (da cui è stato tratto un film) che racconta l’ossessione per gli acquisti di una giornalista che la porta a indebitarsi con amici e parenti? Betty Jean Barachie, ex direttrice dell’agenzia di Leighton di un’azienda finanziaria della Pennsylvania, ha fatto di più e meglio, ma senza lieto fine.

In 8 anni la donna ha speso un milione e mezzo di dollari con la carta di credito del titolare dell’azienda. Cosa ha comprato? Circa 1.500 articoli: centinaia di paia di scarpe, 58 soprabiti, borse, orologi, oltre 3000 libri, una piscina, un trattore, 16 motoseghe oltre a pagarsi viaggi a Las Vegas e Atlantic City per giocare d’azzardo.

L’azienda ha chiuso per insolvenza. La donna si è scusata: “Ho pensato anche al suicidio a causa della mia incapacità di smettere di spendere soldi”. Il giudice l’ha condannata a 27 mesi di carcere. La maggior parte degli articoli acquistati non sono mai stati usati, li teneva ammucchiati in casa coi cartellini ancora attaccati. Negli ultimi anni nel mondo (ma solo nei Paesi più ricchi) si sono registrati diversi casi del genere, per quanto meno eclatanti. Prima dei libri della Kinsella di shopping compulsivo si parlava al più negli studi di psicanalisti sulla cresta dell’onda. Ora è cronaca. Chissà perché, mi viene in mente quella vecchia poesia di Trilussa:

Quanno che senti di' cleptomania - è segno ch'è un signore ch'ha rubbato: - er ladro ricco è sempre un ammalato - e er furto che commette è una pazzia. - Ma se domani è un povero affamato - che rubba una pagnotta e scappa via - pe' lui nun c'è nessuna malatia - che j'impedisca d'esse condannato! - Così va er monno! L'antra settimana - che Teta se n'agnede cór sartore - tutta la gente disse: “È una puttana”. - Ma la duchessa, che scappò in America - cór cammeriere de l'ambasciatore, - “Povera donna! - dissero - È un'isterica!”.


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