Sembra
impossibile ma…
Questa
è una storia vera. Prendo spunto dal diario fb dell’amico Roberto
Mantovani, ogni giorno ricco di post ironici e intelligenti. Werner
Goldberg nasce a Königsberg in Germania nel 1919. A 16 anni lascia
la scuola e trova lavoro in una società di abbigliamento. Nel 1938,
dopo esser stato operativo per sei mesi nel Servizio del lavoro del
Reich, si arruola nella Wermacht che si prepara alla guerra. L’anno
successivo prende parte all’invasione della Polonia con l'amico
d'infanzia Karl Wolf, il cui padre è un alto ufficiale SS.
In
quei giorni ha una sorpresa che gli vale una certa notorietà: una
sua foto tratta da un servizio realizzato dal fotografo ufficiale
dell’esercito e da lui venduta al giornale Berliner Tagesblatt
appare sull’edizione domenicale. La didascalia recita “Il soldato
tedesco ideale”. L’immagine sarà utilizzata per la propaganda e
come foto ufficiale del poster di reclutamento. Poche settimane dopo
Goldberg viene espulso dall’esercito per ordine di Hitler. Il
motivo? Il nazista perfetto è un “mischling”, un tedesco per
metà di origine ebraica.
Il
padre di Goldberg, di religione ebraica, in gioventù si era fatto
battezzare per poter sposare una donna cristiana; le leggi hitleriane
del 1935 classificavano ebreo chi aveva almeno tre nonni ebrei; chi
ne aveva due era appunto un “mischling”, purché ripudiasse la
sua fede e non avesse una moglie ebrea. Nonostante questo il padre
perse il lavoro; e lo zio materno, fervente nazista, dopo aver
disconosciuto la sorella, evitò contatti con l’intera famiglia.
E’
nell’aprile 1940 che il fuhrer prende la decisione che cambia la
vita del soldato Goldberg: basta tolleranza, anche i mischling sono
fuori, ebrei come tutti gli altri. A lui non resta che tornare a
casa, dove due anni dopo dovrà fare miracoli per salvare prima il
padre, poi se stesso dalla caccia della Gestapo e dalla deportazione
a Auschwitz: saranno gli unici della famiglia, loro due, a
sopravvivere. Finita la guerra, Goldberg si sposa e ha tre figli.
Muore nel 2004, a 84 anni. Nel 2015, ultima zampata ironica del
destino, una delle sue foto è utilizzata per errore (e poi rimossa)
a Tobol'sk, in Russia per il monumento ai "Protettori della
patria", i soldati dell’Armata rossa.
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