lunedì 11 maggio 2020

500 - LA GUERRA DEI NANI




Sembra impossibile ma…
Due mostri sacri della letteratura fantasy, J.R. Tolkien e J.S. Lewis, condividevano un profondo disprezzo per l’uomo più di ogni altro noto per aver creato un universo fatto di fantasia: Walt Disney.

Novembre 1937, una strana coppia di signori di mezza età esce dal cinema più elegante di Oxford. I passanti li osservano discutere animatamente sul film fino ad accalorarsi, cosa tutto sommato singolare se si considera che hanno appena visto la “prima” di Biancaneve e i 7 nani. Uno dei due, sui 45, brizzolato con i baffi, scuote la testa indignato; l’altro, più giovane ma invecchiato da occhiali e calvizie incipiente, gli dà ragione. E anche questo è singolare, visto che chi li conosce sa che non succede quasi mai: Tolkien e Lewis infatti, amici-nemici, sono protagonisti di continue dispute filosofico-religiose, oltre che colleghi come professori di letteratura inglese all’Università di Oxford. Il primo ha pubblicato da appena due mesi Lo Hobbit inaugurando la saga del Signore degli anelli, il secondo una dozzina di anni dopo creerà le Cronache di Narnia. Cos’è che fa arrabbiare Tolkien? I nani. Quelli del suo Hobbit sono una razza mitica, indomita; Disney ne ha fatto un gruppo di personaggi goffi e ridicoli. I due inglesi concordano sulla “sacralità” delle figure leggendarie di favole e miti nordici; quell’arrogante imprenditore americano che punta solo a far soldi le ha infantilizzate fino a cancellarle. E a Tolkien, sostenitore della teoria che “l’associazione dei bambini alle favole è un incidente della nostra storia domestica” la cosa non va giù.

In seguito i due scrittori torneranno sull’argomento, e si scambieranno anche diverse lettere. Nel 1939 Lewis scrive all’amico A.K. Hamilton: “Naturalmente i nani dovrebbero essere brutti, ma non in quel modo. E la loro festa a ritmo di jazz era terribile. Suppongo che al povero scemo non sia mai venuto in mente che potessero usare un altro genere di musica. Però tutti i pezzi terrificanti erano ben fatti, gli animali commoventi, e l’uso delle ombre davvero geniale. Che cosa ne poteva venire fuori se quest’uomo fosse stato educato o addirittura cresciuto in una società decente?”. Tolkien poi in altre lettere definisce “volgari” i film Disney. “Riconosco il suo talento – dice - ma mi è sempre sembrato irrimediabilmente corrotto. Anche se nella maggior parte dei suoi film ci sono passaggi ammirevoli o affascinanti, l’effetto generale di tutti loro per me è disgustoso. Alcuni mi hanno dato la nausea”. E poi conclude: “Non è altro che un imbroglione desideroso di truffare i meno capaci con trucchi abbastanza ‘legali’ da fargli evitare la prigione; non ho mai considerato nemmeno per un momento di collaborare con la Disney”. E di fatto per vedere l’universo della Terra di mezzo al cinema si dovrà aspettare il 2001.


Nessun commento:

Posta un commento

760 - DIETRO IL PADRINO

    Un'offerta che non si può rifiutare. A trovarsela davanti è stato Francis Ford Coppola al momento di iniziare a girare I...