Sembra
impossibile ma…
Due
mostri sacri della letteratura fantasy, J.R. Tolkien e J.S. Lewis,
condividevano un profondo disprezzo per l’uomo più di ogni altro
noto per aver creato un universo fatto di fantasia: Walt Disney.
Novembre
1937, una strana coppia di signori di mezza età esce dal cinema più
elegante di Oxford. I passanti li osservano discutere animatamente
sul film fino ad accalorarsi, cosa tutto sommato singolare se si
considera che hanno appena visto la “prima” di Biancaneve e i 7
nani. Uno dei due, sui 45, brizzolato con i baffi, scuote la testa
indignato; l’altro, più giovane ma invecchiato da occhiali e
calvizie incipiente, gli dà ragione. E anche questo è singolare,
visto che chi li conosce sa che non succede quasi mai: Tolkien e
Lewis infatti, amici-nemici, sono protagonisti di continue dispute
filosofico-religiose, oltre che colleghi come professori di
letteratura inglese all’Università di Oxford. Il primo ha
pubblicato da appena due mesi Lo Hobbit inaugurando la saga del
Signore degli anelli, il secondo una dozzina di anni dopo creerà le
Cronache di Narnia. Cos’è che fa arrabbiare Tolkien? I nani.
Quelli del suo Hobbit sono una razza mitica, indomita; Disney ne ha
fatto un gruppo di personaggi goffi e ridicoli. I due inglesi
concordano sulla “sacralità” delle figure leggendarie di favole
e miti nordici; quell’arrogante imprenditore americano che punta
solo a far soldi le ha infantilizzate fino a cancellarle. E a
Tolkien, sostenitore della teoria che “l’associazione dei bambini
alle favole è un incidente della nostra storia domestica” la cosa
non va giù.
In
seguito i due scrittori torneranno sull’argomento, e si
scambieranno anche diverse lettere. Nel 1939 Lewis scrive all’amico
A.K. Hamilton: “Naturalmente i nani dovrebbero essere brutti, ma
non in quel modo. E la loro festa a ritmo di jazz era terribile.
Suppongo che al povero scemo non sia mai venuto in mente che
potessero usare un altro genere di musica. Però tutti i pezzi
terrificanti erano ben fatti, gli animali commoventi, e l’uso delle
ombre davvero geniale. Che cosa ne poteva venire fuori se quest’uomo
fosse stato educato o addirittura cresciuto in una società
decente?”. Tolkien poi in altre lettere definisce “volgari” i
film Disney. “Riconosco il suo talento – dice - ma mi è sempre
sembrato irrimediabilmente corrotto. Anche se nella maggior parte dei
suoi film ci sono passaggi ammirevoli o affascinanti, l’effetto
generale di tutti loro per me è disgustoso. Alcuni mi hanno dato la
nausea”. E poi conclude: “Non è altro che un imbroglione
desideroso di truffare i meno capaci con trucchi abbastanza ‘legali’
da fargli evitare la prigione; non ho mai considerato nemmeno per un
momento di collaborare con la Disney”. E di fatto per vedere
l’universo della Terra di mezzo al cinema si dovrà aspettare il
2001.
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