martedì 2 giugno 2020

518 - VIAGGIO DI SOLA ANDATA




Sembra impossibile ma…
Questa è una storia vera. La vicenda di 94 giovanissimi contadini cileni cancellati dalla storia e tornati come fantasmi 17 anni dopo la loro scomparsa. Il gruppo volò in Unione Sovietica alla vigilia del colpo di stato cileno del 1973. Per anni si è creduto che fossero stati uccisi prima di lasciare il Paese. A raccontare cosa è accaduto è uno di loro, Aldo Silva, che oggi ha 62 anni e vive a Maipù, nella regione di Santiago. Ringrazio Enrico Spagnoli per la segnalazione.

Il 4 settembre 1973 Aldo ha 17 anni quando sale su un Yliushin del Soviet Aeroflot al vecchio aeroporto Pudahuel di Santiago. Con lui 93 coetanei, 89 ragazzi e 4 ragazze, tutti di origine contadina. Vanno in Russia a studiare meccanica agricola al professionale di Akhtyrskiy, cittadina vicino Krasnodar, con l’obiettivo di promuovere la meccanizzazione della campagna cilena. Il colpo di stato che rovescerà Salvador Allende è imminente, questione di giorni. Non resteranno documenti, né file che registrino il viaggio. Gli archivi saranno bruciati durante il golpe. Dei 94 ragazzi non resterà traccia.

Appena arrivati a destinazione, intuiscono che qualcosa non va: non sanno una parola di russo, gli dicono "Allende, pum pum" e roba del genere. Quando capiscono, il mondo gli cade addosso. Vedono in televisione scene di violenza, le loro città ridotte a un campo di battaglia. E piangono, piangono. Poi, pensano una sola cosa: vogliono andarsene, tornare a casa. I russi gli spiegano che
è impossibile. “Per cosa sei venuto? Per studiare? E allora studia” gli dicono. Si buttano sui libri, tutti, seguono un programma rigoroso, studio, lavoro, attività fisica. Meglio, non c’è tempo per pensare. La vita ricomincia. Passano gli anni. Aldo sposa una delle 4 compagne di viaggio. Tanti amici sposano le donne russe. Ma il gruppo rimane compatto, come una famiglia, più di una famiglia. Si trasferiscono a Mosca, vanno quasi tutti all’università, si laureano. I loro figli vanno alla scuola cubana. Poi arriva la perestroika, il mondo cambia. Il gruppo si divide: alcuni restano in Russia, altri tornano in patria.

E’ il 1990. Ma il Cile non li accoglie bene: dopo la sorpresa iniziale, a malapena riescono a dimostrare di esistere, e non ricevono nessun aiuto, niente. “A 17 anni – dice Aldo - abbiamo lasciato un Paese di fratelli per compiere una missione. Ne abbiamo vissuti altri 17 da stranieri in Unione Sovietica, abbiamo studiato, messo su famiglia. Poi siamo tornati, ma non abbiamo trovato i parenti, gli amici. Siamo tornati in un Paese che non è più il nostro Paese”.

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