martedì 2 giugno 2020

521 - IL SARTO VOLANTE




Sembra impossibile ma…
Questa è una storia vera. Una storia bizzarra, sconcertante, ridicola, atroce e drammatica. Franz Reichelt nasce a Vienna nel 1879. Nel 1898 si trasferisce a Parigi. E’ già un ottimo sarto e apre al numero 8 di Rue Gaillon un elegante negozio di abbigliamento femminile. Gli affari vanno bene, anche grazie alle numerose signore austriache in trasferta che visitano il suo atelier.

Ma la sua grande passione è l'aviazione, e il suo sogno, coltivato fin dai tempi di Leonardo da diversi pionieri, è quello di volare con un minimo di attrezzatura di supporto. Già a fine settecento Louis-Sébastien Lenormand si era lanciato dalla torre dell'Osservatorio di Montpellier, planando con successo fino al suolo grazie a un ampio telo di stoffa fissato a un telaio in legno. Quello che costruisce Reichelt, esperto di tessuti, è invece un vero abito per volare: una tuta-paracadute che si apre come una sorta di deltaplano, e rallenta la discesa. Il sarto perfeziona ogni giorno la sua invenzione, ed effettua con risultati alterni diversi lanci di prova con dei manichini gettandoli dal quinto piano del suo palazzo. A volte atterrano senza danni, più spesso vanno in frantumi, anche perché la tuta pesa ben 70 chili. La bocciatura ricevuta dall’Aéro-Club de France, che gli suggerisce di interrompere le ricerche, non lo scoraggia, anzi. Continua a lavorare e a perfezionare materiali e design. Poche settimane dopo indossa la tuta e salta da 10 metri. Per fortuna un covone di fieno attutisce la rovinosa caduta. Lui dà la colpa dell’insuccesso alla scarsa altezza da cui si è lanciato. E chiede l’autorizzazione per un collaudo dalla Torre Eiffel.

Il 4 febbraio 1912 Reichelt si presenta sotto la Torre con due amici. Sono le 7 di mattina di una gelida domenica. Una trentina di persone seguono l’evento. Una guardia lo ferma all’ingresso, ma lui mostra il permesso. Che parla di un manichino. Ma in breve sarà chiaro a tutti che sarà lui a lanciarsi. Indossa la tuta, che ora pesa solo 9 chili. Cercano di dissuaderlo, ma lui ormai ha deciso. Va avanti con i due amici e un cineasta che riprenderà l’impresa. Al primo piano, a 57 metri di altezza, sale su uno sgabello saluta il pubblico con un “À bientôt!” (a presto!), lancia in aria un pezzo di carta, per misurare la direzione del vento, e dopo aver esitato per una quarantina di secondi, si lancia. La tuta-paracadute lo avvolge subito, neanche si apre, lui cade a vite e si schianta al suolo. L'autopsia dirà che al momento dell’impatto era già morto, il cuore si è fermato durante il volo. Guardate il video. Io l’ho trovato terribile. E non per la caduta, ma per i 40 secondi che la precedono.


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