Sembra
impossibile ma…
Questa
è una storia vera. Una storia bizzarra, sconcertante, ridicola,
atroce e drammatica. Franz Reichelt nasce a Vienna nel 1879. Nel 1898
si trasferisce a Parigi. E’ già un ottimo sarto e apre
al numero 8 di Rue Gaillon un elegante negozio di abbigliamento
femminile. Gli affari vanno bene, anche grazie alle numerose
signore austriache in trasferta che visitano il suo atelier.
Ma
la sua grande passione è l'aviazione, e il suo sogno, coltivato fin
dai tempi di Leonardo da diversi pionieri, è quello di volare con un
minimo di attrezzatura di supporto. Già a fine settecento
Louis-Sébastien Lenormand si era lanciato dalla torre
dell'Osservatorio di Montpellier, planando con successo fino al suolo
grazie a un ampio telo di stoffa fissato a un telaio in legno. Quello
che costruisce Reichelt, esperto di tessuti, è invece un vero abito
per volare: una tuta-paracadute che si apre come una sorta di
deltaplano, e rallenta la discesa. Il sarto perfeziona ogni giorno la
sua invenzione, ed effettua con risultati alterni diversi lanci di
prova con dei manichini gettandoli dal quinto piano del suo palazzo.
A volte atterrano senza danni, più spesso vanno in frantumi, anche
perché la tuta pesa ben 70 chili. La bocciatura ricevuta
dall’Aéro-Club de France, che gli suggerisce di interrompere le
ricerche, non lo scoraggia, anzi. Continua a lavorare e a
perfezionare materiali e design. Poche settimane dopo indossa la tuta
e salta da 10 metri. Per fortuna un covone di fieno attutisce la
rovinosa caduta. Lui dà la colpa dell’insuccesso alla scarsa
altezza da cui si è lanciato. E chiede l’autorizzazione per un
collaudo dalla Torre Eiffel.
Il
4 febbraio 1912 Reichelt si presenta sotto la Torre con due amici. Sono
le 7 di mattina di una gelida domenica. Una trentina di persone
seguono l’evento. Una guardia lo ferma all’ingresso, ma lui
mostra il permesso. Che parla di un manichino. Ma in breve sarà
chiaro a tutti che sarà lui a lanciarsi. Indossa la tuta, che ora pesa
solo 9 chili. Cercano di dissuaderlo, ma lui ormai ha deciso. Va
avanti con i due amici e un cineasta che riprenderà l’impresa. Al
primo piano, a 57 metri di altezza, sale su uno sgabello saluta il
pubblico con un “À bientôt!” (a presto!), lancia in aria un
pezzo di carta, per misurare la direzione del vento, e dopo aver
esitato per una quarantina di secondi, si lancia. La tuta-paracadute
lo avvolge subito, neanche si apre, lui cade a vite e si schianta al
suolo. L'autopsia
dirà che al momento dell’impatto era già morto, il cuore si è
fermato durante il volo. Guardate il video. Io l’ho trovato
terribile. E non per la caduta, ma per i 40 secondi che la precedono.
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